ASCOLI - Un suicidio, con l'ingestione di farmaci, o un malore che l'ha colta mentre stava passeggiando. Queste le ipotesi su cui sta lavorando la Procura di Ascoli nell'inchiesta sulla morte di Lidia Di Nicola, la donna di origini francesi, 50 anni e un bambino di 12, scomparsa da casa otto giorni fa e ritrovata morta questa mattina sul Colle dell'Annunziata. Il marito, Bruno Aloisi, che si era rivolto anche alla trasmissione 'Chi l'ha visto', ne aveva denunciato la scomparsa domenica 24 gennaio.
Era subito scattato il piano di ricerca della Prefettura, e oggi una squadra che stava facendo una battuta in zona ha avvistato il corpo, accasciato accanto a un rovo nei pressi della scalinata che sale dal centro di Ascoli verso la Fortezza Pia, dove la donna si recava spesso per fare due passi. Lidia indossava gli stessi abiti che aveva il giorno in cui di lei si sono perse le tracce: dei fuseaux e un giubbino di pelle nero. Ai piedi un paio di scarpe gialle. Da una prima ricognizione la morte risalirebbe a diversi giorni fa, probabilmente il giorno stesso della scomparsa o poco dopo. Prima di uscire per fare una passeggiata, la donna aveva lasciato a casa la fede in un pacchetto di sigarette, e il suo telefono cellulare. Il sostituto procuratore della Repubblica di Ascoli Umberto Monti ha intanto aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di istigazione al suicidio. Una scelta che il magistrato ha definito «tecnica», per poter effettuare tutti gli accertamenti a cominciare dall'autopsia, che verrà affidata probabilmente lunedì al medico legale Pietro Alessandrini, lo stesso che oggi ha fatto la ricognizione cadaverica.
Gli investigatori escludono qualsiasi coinvolgimento dei familiari. Al momento non c'è nulla che faccia pensare a una morte violenta e sembra certo che nessuno abbia accompagnato la donna, che pare avesse problemi di depressione, nella sua ultima uscita.