Ascoli, panche distanziate e bollini verdi a terra: il Duomo riapre, ma solo per 205 fedeli

Ascoli, panche distanziate e bollini verdi a terra: il Duomo riapre, ma solo per 205 fedeli
Ascoli, panche distanziate e bollini verdi a terra: il Duomo riapre, ma solo per 205 fedeli
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Giovedì 14 Maggio 2020, 09:05

ASCOLI - Fase 2 coronavirus, riapre alle celebrazioni il duomo di Ascoli. Ingresso consentito ad un massimo di 205 persone per ogni funzione religiosa che sarà celebrata a porte aperte, distanziamento sociale garantito da una nuova disposizione delle panche e dalla presenza di bollini verdi lungo le navate laterali che indicano la posizione corretta dei singoli fedeli dove troveranno posto al massimo 97 persone, ingresso ed uscita differenziati e presidiati dai volontari. Percorsi prestabiliti all’interno. La cattedrale si appresta a riabbracciare i fedeli. Avverrà domenica. Il parroco don Angelo Ciancotti ha coordinato i lavori.

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Don Angelo, un intervento radicale...
«Abbiamo dovuto provvedere alla igienizzazione di circa 20mila metri cubi, esclusa la cappella del Ss Sacramento che è chiusa. All’ingresso è affisso un decalogo sui comportamenti da tenere, identico per tutte le chiese. Confermati alcuni accorgimenti presi all’inizio dell’emergenza: acquasantiere vuote, niente stretta di mano per lo scambio del segno di pace e ostia consegnata sulle mani. Ci avvaliamo dell’aiuto dei Templari e dei volontari dell’associazione Amici del Duomo per regolare il flusso dei fedeli. Si entra da piazza Arringo e si esce dal portone delle Muse». 
 
Un’attesa durata due mesi, attenuata dalle dirette televisive e via web...
«I mezzi di comunicazione che abbiamo usato in questo periodo di pandemia sono stati per noi una benedizione perché hanno mantenuto le nostre relazioni, in alcuni casi le hanno fatte sorgere, ma qual è il grande rischio della vita virtuale? Quello di veder sostituita la vita reale. Dobbiamo ricordarci che lo streaming è uno strumento che non deve mai avere il sopravvento sulla vita reale: dobbiamo riconoscergli la preziosa utilità che per noi ha avuto in questo tempo così delicato, mediante lui abbiamo potuto partecipare alla celebrazione della santa messa, ci ha aiutati a sentire e a far esperienza di una comunione che rischiava di restare soffocata dentro ciascuno di noi».
Si corre il rischio che qualcuno, avendo scoperto questa nuova modalità di partecipare alla messa, non andrà più in parrocchia?
«Esiste una sostanziale differenza tra la comunione sacramentale e quella spirituale: nella prima il legame con Gesù è effettivo, reale, mentre nella seconda è di tipo affettivo. La formula della comunione spirituale è una preghiera devozionale, che possiamo tranquillamente ripetere durante la giornata, durante i nostri impegni, ogni qualvolta desideriamo unirci più intimamente a Gesù. Certamente queste parole creano un legame profondo con il Cristo, ma non possono mai essere un’alternativa alla comunione sacramentale, al ricevere fisicamente in noi il corpo del nostro Salvatore».
L’Eucarestia...
«Sì, essa rappresenta il cuore della vita cristiana, della quale il Concilio ecumenico Vaticano II la definisce “fonte e culmine”. Pertanto, così come il cuore pompa sangue in tutto il corpo e lo fa vivere, anche l’Eucarestia per noi cristiani è vita e senza di lei non possiamo esistere, altrimenti rischieremmo di essere dei cristiani spiritualmente infartuati. Ecco, quindi, l’urgenza e la necessità di recuperare, come comunità cristiana cattolica, il senso più profondo dell’Eucaristia per la nostra vita, terrena ed eterna». 
La domenica torna ad avere il suo valore...
«Sì, troppo spesso, purtroppo, l’abbiamo ridotta ad un optional, ad un mero precetto da assolvere alla fine di ogni nostra settimana.

Per noi cristiani la Pasqua della settimana, ovvero la domenica, è necessaria ed indispensabile: se non ci lasciamo salvare dalle nostre colpe, esse stesse, nella vita, ci schiacceranno, la nostra esistenza inizierà a marcire dentro di noi, fino a diventare mortifera, ovvero non più spinta da una viva speranza, ma solo caratterizzata dall’angoscia, dalla stanchezza, dal dolore e dalla disperazione».

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