ASCOLI - La fibra ottica per studiare i terremoti: sono stati presentati nel capoluogo piceno i primi risultati del progetto Meglio (Measuring earthquakes signals gathered with laser interferometry on optic fibers). Si tratta del programma scientifico tutto italiano volto a realizzare un sistema innovativo di monitoraggio delle onde sismiche attraverso misurazioni continue in tempo reale su tutta la lunghezza di un cavo in fibra ottica.
È la prima sperimentazione al mondo sul campo in ambito terrestre; approda dopo due anni in laboratorio ed è già attivo sulle fibre ottiche di Open Fiber da Ascoli a Teramo. Il sistema di rilevazione è dotato di un particolare sensore laser che è stato applicato alla fibra ottica. Al programma partecipano anche l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim) e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Rispetto ai tradizionali sismografi distribuiti sul territorio nazionale, il Pop dove è custodito il sistema di monitoraggio, offre una rilevazione puntiforme. Questa innovativa tecnologia mima il funzionamento del sistema nervoso ed è in grado di rilevare movimenti sismici lungo tutta la tratta che viene monitorata. «Ascoli, nell’ambito di una convenzione regionale per il monitoraggio degli edifici strategici, ha già una stazione di rilevamento sismico nel Palazzo dell’Arengo. La Regione è sensibile alla previsione e prevenzione dei fenomeni naturali ed auspica che la nuova installazione possa integrarsi nel sistema già esistente e finanziato dalla Regione stessa – afferma l’assessore regionale Guido Castelli -. Dopo la frana di Ancona si mise mano a tutta una serie di tecniche che consentirono ai primi edifici pubblici di avere antesignani dei dissipatori. La strategia dell’adattamento consente anche di connettere la ricostruzione con quelle che sono le evoluzioni della tecnica: l’utilizzo dei sensori si afferma come una delle soluzioni per cui è assolutamente impossibile prescindere. È necessaria l’assistenza di strumenti che possano leggere le tante casistiche di un terremoto».
A differenza dei sensori tradizionali questi potranno raccogliere i dati in modo nuovo, modificando il paradigma tradizionale in uno maggiormente diffuso sul territorio nazionale.