Ascoli, ridotte in schiavitù e costrette
a prostituirsi: condannata maitresse

Il tribunale di Ascoli
Il tribunale di Ascoli
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Mercoledì 31 Maggio 2017, 16:49
ASCOLI PICENO – Tratta di essere umani per farne prostitute da sfruttare: condannata la maitresse.
Il tribunale di Ascoli Piceno, al termine di un processo celebrato con rito abbreviato, ha condannato a sei anni di carcere una donna nigeriana di 28 anni ritenuta colpevole dei reati di tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione. La donna è stata assolta per una terza accusa, quella di aver fatto abortire una ragazza che si prostituiva per suo conto, facendole assumere farmaci. I fatti sono avvenuti da maggio a settembre 2015 tra Monsampolo (Ascoli Piceno) e Controguerra (Teramo), dove gravitavano rispettivamente la nigeriana e un teramano che viene giudicato a parte. La donna è accusata di aver messo su, insieme ad altre persone non identificate, un traffico di donne che dall'Egitto e dalla Nigeria giungevano in Italia dove - secondo la magistratura ascolana - venivano ridotte in schiavitù e costrette con violenze e minacce fisiche indirizzate anche ai loro familiari, a prostituirsi lungo la Bonifica. Dopo che si erano appartate con il cliente di turno, i soldi incassati venivano loro interamente sottratti dagli sfruttatori.
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