ASCOLI - «Sono riconducibili a tracce di polvere da sparo le particelle prelevate dalle manopole della motocicletta di Spagnulo». È quanto ribadito ieri mattina davanti ai giudici della corte d’assise di Macerata il professor Francesco Saverio Romolo, il consulente cui è stata affidata la perizia nell’ambito del processo per l’omicidio di Antonio Cianfrone, l’ex vice comandante della caserma dei carabinieri di Monsampolo ucciso la mattina del 3 giugno del 2020 mentre faceva jogging lungo la pista ciclabile di Pagliare.
L’accusa
Per quei fatti sono imputati con l’accusa di omicidio i coniugi Francesca Angiulli e Giuseppe Spagnulo ritenuti dalla Procura di presunti responsabili dell’agguato mortale. Lo scorso mese di dicembre la Corte d’Assise presieduta dal giudice Andrea Belli con a latere il giudice Daniela Bellesi ha comunicato al procuratore capo ascolano Umberto Monti e agli avvocati difensori Angelozzi, Di Marcello e Franchi che sarebbe stata necessaria una ulteriore perizia balistica. Perizia che ieri è stata illustrata dal professor Romolo in in aula. Gli esami di laboratorio che sono eseguiti presso l’Università inglese di Oxford avrebbero confermato in larga parte quanto già accertato dagli esperti del Ris in fase di indagine. Stando ai risultati di questa ulteriore consulenza tecnica di ufficio le particelle rinvenute sulle manopole della motocicletta sarebbero riconducibili a tracce di polvere da sparo ed anche compatibili con quelle trovate sul corpo della vittima al momento dell’autopsia.
La tensione
Non sono mancati, nel corso del dibattimento, degli accesi confronti tra i difensori della coppia con il Pm Umberto Monti ed i giudici.