ASCOLI - Sono stati ascoltati alcuni ex colleghi di lavoro, medici, infermieri e operatori sanitari, tra i dodici testimoni sentiti ieri davanti alla corte d’assise di Macerata dove è ripreso il processo a carico di Leopoldo Wick, il 57enne accusato di aver ucciso otto ospiti della struttura di Offida e del tentato omicidio di altri quattro.
Il pubblico ministero Umberto Monti vuole evidenziare la personalità dell’infermiere, i suo rapporti con i colleghi e il suo profilo professionale per sostenere le tesi accusatorie secondo le quali Wick somministrava dosi massicce di farmaci fino a provocare la morte degli anziani ricoverati nella casa di riposo. Tra questi anche due medici e una infermiera che tra il 2002 e il 2003, prestavano servizio nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Mazzoni, lo stesso periodo in cui Wick lavorava in quel reparto.
Il pm ha chiesto ai testimoni di ricostruire due episodi che avvennero in quel periodo: il primo riguardò l’infermiera che si sentì male dopo aver mangiato una fetta di pane condita con dell’olio di uno dei degenti psichiatrici in cui si scopri che all’interno c’era un calmante; l’altro, che vide come protagonista un medico che accusò un forte stato di sonnolenza dopo aver preso del Maalox per curare i problemi allo stomaco sospettando, che all’interno ci fosse stato messo del calmante. I tre operatori socio sanitari, invece, tutti ancora in servizio nella Rsa di Offida, hanno confermato quanto dichiarato ai carabinieri in sede di indagine, evidenziando il carattere abbastanza schivo dell’imputato, il suo modo di fare e sollevando alcuni dubbi sulla condotta dell’infermiere. A questi, poi, si sono aggiunti alcuni dei parenti di degenti della casa di riposo che hanno riferito dello stato del loro congiunto e del decorso del loro ricovero. Crisi ipoglicemiche, peggioramenti improvvisi delle condizioni cliniche, stato soporifero in cui versavano alcuni anziani: sono stati alcuni degli elementi approfonditi nel dibattimento.
Per i difensori di Wick le testimonianze non hanno mostrato aspetti rilevanti. «Riteniamo che oggi (ieri, ndr) non abbiamo acquisito granché - dice l’avvocato Tommaso Pietroapaolo che, insieme con i colleghi Francesco Voltattorni e Luca Filipponi, difende l’infermiere -.