Ascoli, multe mai pagate per milioni
Ora tremano Provincia e Arengo

Comune e Provincia rischiano di non incassare i soldi delle contravvenzioni
Comune e Provincia rischiano di non incassare i soldi delle contravvenzioni
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Venerdì 20 Maggio 2016, 09:30
ASCOLI - Il campanello d'allarme suona con la recente sentenza del giudice di pace di Roma che annulla tre multe comminate dai vigili urbani ascolani e cancella la cartella di Equitalia. «Quelle somme - sostiene il giudice - sono inesigibili». 
 
La sentenza romana, di fatto, è l'ennesimo segnale che conferma i timori di Palazzo Arengo di fronte a un credito di ben 7,5 milioni di euro di multe mai riscosse attraverso l'azione di Equitalia. Un credito che si è accumulato negli ultimi dieci anni, di fronte al rifiuto o all'impossibilità di pagare da parte di migliaia di cittadini. Con questi ultimi che sperano, alla fine, di farla franca. Un motivo, quello del rischio inesigibilità di molti di quei soldi già previsti nei vari bilanci annuali, che ha spinto l'Arengo a voltare le spalle ad Equitalia e predisporre anche azioni legali nei confronti della società di riscossione, cambiando strategia. Troppo poche le somme riscosse finora, attestatesi sul 3% dell’importo complessivo. Ed ecco che ora l'affidamento della riscossione delle multe non pagate passa nelle mani della società Abaco di Padova, con l'addio alle cartelle esattoriali e l'adozione del nuovo sistema dell’ingiunzione fiscale, d'ora in avanti, per il recupero dei crediti. Sperando che risulti più efficace. Ma, di certo, Palazzo Arengo trema a fronte dell'incertezza di quanto possa rivelarsi consistente la somma non più esigibile tra questi 7,5 milioni di euro mai pagati dal 2004 fino al 2013. Del resto, sentenze come quella del giudice di pace di Roma parlano chiaro: di fronte a situazioni analoghe scatta l'annullamento dell'iscrizione a ruolo degli illeciti amministrativi e della conseguente notifica della cartella esattoriale, con la condanna (il danno oltre la beffa) del Comune di Ascoli a pagare anche le spese legali. La somma ultramilionaria mai incassata dall'Arengo, come detto, nasce dai ruoli relativi alle multe per il codice della strada non pagate nel tempo, ovvero dal 2004 fino al 2013 ed ora è che chiaro che l'ente voglia capire cosa sia successo e cosa non abbia funzionato, a fronte di soli 230 mila euro finora recuperati da Equitalia. 
 
Per il presente ed il futuro, tra l'altro, la scelta di sganciarsi definitivamente dal sistema inefficace delle cartelle esattoriali per provare con le ingiunzioni fiscali, si fonda anche sul timore di vedere crescere ulteriormente la consistenza di somme che poi sarebbero inesigibili.
Qualche centinaia di metri più in là, rispetto a piazza 
 
Arringo, la stessa situazione di preoccupante incertezza si vive anche a Palazzo San Filippo, con la Provincia che, allarmata anch'essa dall'ipotesi di vedersi svanire per sempre dei crediti a rischio esigibilità sceglie una strada analoga a quella del Comune e si affida, attraverso l'esborso di circa 12 mila euro, ad una società specializzata di Roma, la Core srl e ad un suo apposito software per la verifica dei crediti non più esigibili. Un incarico che, nello specifico della determina viene motivato come necessario per "provvedere ad una analisi dei ruoli in riscossione ad Equitalia al fine di individuare partite da discaricare per inesigibilità e somme ancora esigibili".
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