Ascoli, Giorgi prigioniero nel deserto
Il mediatore d'affari è stato picchiato

Guerriglia tra tribù nel deserto libico
Guerriglia tra tribù nel deserto libico
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- Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 15:53
ASCOLI - Da quattro mesi Franco Giorgi non ha più avuto contatti con i congiunti e con gli amici. L'ultima sua telefonata ad un conoscente risale ai primi giorni del mese di ottobre scorso della durata di 22 secondi durante la quale ha trasmesso una sua foto con il volto tumefatto per le percosse ricevute. L'ascolano settantatreenne si trova sequestrato nel villaggio di Garian, nel deserto vicino a Tripoli, dove vive in condizioni estreme. Il lungo silenzio sta diventando molto preoccupante soprattutto dopo che non ha trovato ancora una conclusione la missione diplomatica che avrebbe dovuto riportare in Italia l'uomo.

L’ultimo tentativo per la liberazione di Franco Giorgi è stato quello di rivolgersi all'ex ministro degli esteri, Emma Bonino - incontro avvenuto a Milano -, che, con le sue conoscenze acquisite durante la sua permanenza alla Farnesina, si sperava potesse trovare la via giusta per far sì che Franco Giorgi tornasse ad essere un uomo libero. La parlamentare, però, si è vista costretta, a causa delle sue condizioni di salute, a rinunciare ma ha consigliato di rivolgersi ad un diplomatico che è stimato in tutto il mondo. E' partito un nuovo tentativo di "salvataggio" che sembrava dovesse andare a buon fine. Infatti, la Farnesina aveva dato l'ok al risarcimento della somma, 350 mila euro, che i libici pretendono venga loro restituita dopo che la transazione sulla fornitura di armi era fallita. Quando si verificano casi del genere, ossia che lo Stato si fa carico del pagamento di una determinata somma, esiste una commissione che vaglia tutti gli elementi che dovrebbero giustificare l'esborso e quindi dare il benestare. Nel caso di Franco Giorgi, però, è stato dato parere negativo. Il motivo è legato al fatto che l'ascolano è risultato essere un trafficante di armi

E siccome il suo sequestro non è da considerare dal punto di vista giuridico conseguente ad un'azione terroristica ma un semplice conflitto d'interessi fra lo stesso Giorgi ed alcuni personaggi libici e questo complica le cose. Che i rapitori libici fossero fortemente intenzionati a recuperare il danaro lo testimonia il fatto che consentivano a Giorgi di usare di tanto in tanto il telefono in modo che potesse mettersi in contatto con le persone che avrebbero potuto aiutarlo a reperire l'ingente somma. Infatti, nella prima telefonata ad un suo amico, avvenuta nel marzo del 2015, Franco Giorgi chiedeva ad un amico di impegnarsi per raccogliere 350 mila euro, somma necessaria per ottenere la sua liberazione. Tale somma, che faceva parte di una transazione di affari, non si è ancora capito come sia sparita in quanto Giorgi ha denunciato un interprete egiziano, stessa cosa ha fatto quest’ultimo nei confronti dell’ascolano.
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