Ascoli, scarpe di lusso contraffatte
Otto arresti nel blitz dei carabinieri

Ascoli, scarpe di lusso contraffatte Otto arresti nel blitz dei carabinieri
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Mercoledì 23 Agosto 2017, 11:25
ASCOLI – Guerra alla calzature con marchi di pregio falsificati. I carabinieri del comando provinciale di Ascoli Piceno smantellano un’associazione a delinquere finalizzata alla fabbricazione e commercializzazione di calzature di pregio contraffatte, soprattutto di una nota griffe italiana: otto arresti e perquisizioni in diverse provincie sul territorio nazionale. In seguito alla serie di furti che aveva colpito numerosi opifici per la produzione di calzature e la lavorazione di pellame ubicati nel fermano, il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Ascoli Piceno poneva in essere mirata attività info-investigativa che consentiva di acclarare la presenza sul territorio di un sodalizio criminoso dedito alla contraffazione di prodotti di pregio, perlopiù a marchio di una nota griffe italiana.
Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Fermo Alessandro Piscitelli, grazie all’analisi incrociata tra i dati raccolti durante i servizi di osservazione, controllo e pedinamento, consentiva inizialmente di individuare il promotore ed il costitutore della compagine associativa e successivamente, attraverso le attività tecniche di intercettazione telefonica ed analisi del traffico telefonico sulle utenze nella loro disponibilità, di identificare tutti i sodali dei quali poi, nelle settimane successive, si distinguevano i singoli ruoli in seno al sodalizio associativo, anche individuando i locali dove veniva materialmente posta in essere l’attività di contraffazione: uno adibito ad opificio e l’altro a deposito, entrambi ubicati nel comune di Porto Sant’Elpidio.

Nel corso dell’indagine si accertava che gli indagati, utilizzando pellame di proprietà di due sodali ed anche pellame di provenienza furtiva, nonché timbri e clichè metallici, calzature originali adibite come campionario, tutto di provenienza furtiva poiché asportate dal promotore e dal costitutore dell’associazione in una loro precedente esperienza lavorativa per conto del gruppo di una nota griffe italiana, realizzavano quantitativi rilevanti di calzature di pregio da destinare alla vendita, soprattutto dello stesso conosciutissimo marchio nazionale, con l’aggravante di aver condotto l’attività in modo sistematico, ovvero attraverso l’allestimento di mezzi ed attività organizzate.

Le indagini condotte dal Nucleo Investigativo, in particolare, consentivano anche di acclarare che la compagine associativa, attraverso due sodali, provvedeva a rifornirsi parallelamente di fondi in gomma per le calzature da contraffare, provenienti da una ditta che aveva in essere un legittimo contratto di fornitura dello stesso materiale con il noto gruppo italiano, ed a soddisfare in proprio alla realizzazione delle etichette adesive riportati lo stesso marchio da applicare sulle confezioni di calzature contraffatte.  Marcello Caporale, giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Fermo, concordando appieno con l’ipotesi investigativa del Pubblico Ministero, suffragata dagli innumerevoli riscontri ottenuti dal Nucleo Investigativo, il 4 agosto 2017 emetteva misure restrittive della libertà personale nei confronti di otto persone: i 3 indagati destinatari di “Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere” sono C. L. (classe 1968): promotore poiché, già capofabbrica presso uno stabilimento del noto Gruppo italiano  sito a Civitanova Marche, creava una ditta con sede legale a Porto Sant’Elpidio (FM) al fine di celare l’illecita attività di contraffazione, provvedendo personalmente a coordinare le varie attività dei sodali; intrattenere i rapporti con i vari fornitori; gestire insieme alla moglie lo stoccaggio e le consegne delle calzature contraffatte ai clienti; rifornire le etichette da applicare sui prodotti contraffatti; gestire il rifornimento di tutti gli accessori per la realizzazione delle calzature contraffatte; tenere i contatti con i clienti delle calzature contraffatte; O. M. (classe1966): costitutore poiché, già impiegato presso una ditta del noto Gruppo italiano in qualità di tagliatore di pellame, unitamente a C.L. provvedeva a: creare la rete dei fornitori di materiali e di collaboratori per la produzione delle calzature contraffatte da porre in commercio; curare i rapporti con i fornitori delle materie prime e con in partner romeni che provvedevano alla realizzazione di una parte delle calzature contraffatte; D.L. R. (classe 1963): Partecipante poiché:  curava il reperimento di accessori, cliché, fustelle e stampi dei marchi contraffatti; teneva i contatti con i clienti delle calzature contraffatte. Cinque indagati sono stati destinatari di “Ordinanza di Custodia Cautelare agli Arresti Domiciliari”. Si tratta di B. M. (classe 1969): Partecipante poiché, coniuge di C. L., curava il trasferimento delle calzature contraffatte dall’illegale opificio al magazzino; R. R. (classe 1968): Partecipante poiché curava il reperimento dei fondi utilizzati per la contraffazione delle calzature; B. A. (classe 1966): Partecipante poiché curava il reperimento del pellame impiegato nella contraffazione delle calzature; S. D. (classe 1977): Partecipante poiché curava il reperimento del pellame impiegato nella contraffazione delle calzature; P. F. (classe 1976): Partecipante poiché curava la stampa delle etichette con marchio del noto Gruppo italiano da apporre sulle calzature contraffatte.Le attività di perquisizione, sia presso i domicili degli indagati che nei locali adibiti alla lavorazione ed allo stoccaggio dei beni contraffatti, permettevano di rinvenire e porre sotto sequestro di:
oltre 1000 paia calzature contraffatte, soprattutto del noto Gruppo italiano; ingenti quantitativi di  materiale utilizzato per la contraffazione (cliché, macchine, accessori vari, ecc.). 
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