Rincari record per un caffè al bar: Ascoli la città con il sesto aumento più alto d'Italia (+16%). Ecco perché

Rincari record per un caffè al bar: Ascoli la città con il sesto aumento più alto d'Italia. Ecco perché
Rincari record per un caffè al bar: Ascoli la città con il sesto aumento più alto d'Italia. Ecco perché
di Marco Vannozzi
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Lunedì 2 Ottobre 2023, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 07:18

ASCOLI - Più cara la tazzina di caffè all’ombra delle Cento Torri: +16% rispetto a due anni fa, si tratta del sesto rincaro più alto in Italia, dove si è registrato un aumento medio dell’11,5%. Lo rivela un’indagine di Assoutenti. Nel 2021 la media ascolana si attestava a un euro, oggi si passa a 1,16. E se prima il caffè si manteneva al di sotto del prezzo medio a livello nazionale (1,04), oggi si è perfettamente in linea col dato italiano. Solo a Catanzaro, Reggio Calabria e Messina si può ancora consumare un espresso a prezzi medi inferiori a un euro. 


L’adeguamento


«Ci siamo semplicemente adeguati.

Prima eravamo in difetto. Ma queste stime non hanno molto senso – afferma Paride Vagnoni del Boccascena -. Dopo le difficoltà della pandemia oggi stiamo anche cercando di dare maggiori opportunità di lavoro: queste rappresentano un costo. Il caffè al tavolo? È giusto abbia un prezzo maggiore, c’è un servizio. Anche i camerieri prendono uno stipendio». Mauro Alfonsi, titolare del Bar dello Stadio pone l’accento sul mercato del caffè.

«La qualità del prodotto incide sul prezzo finale. Ho una miscela che pago 33 euro al chilo e vendo il caffè a 1,10 euro a tazzina. A breve ritoccherò di qualche centesimo, ma vorrei sottolineare come solo tre anni fa la medesima miscela avesse un costo di 27 euro: si tratta di un aumento di oltre il 22% - spiega -. C’è da considerare anche la crescita generale dei prezzi e dei costi di gestione: questi sono quadruplicati. È dura e difficile andare avanti, dobbiamo cercare di coprire le spese e guadagnare qualcosa. Una volta per paura di perdere il cliente non si toccavano i prezzi, poi però alla fine i conti non tornavano».

«Gli aumenti del caffè sono in linea con gli altri come benzina, energia elettrica – dichiara Fabio Lori titolare del Bar Lori -. È evidente che il comparto economico finanziario così come il costo della vita abbia subito una salita esponenziale nell’ultimo periodo. Noi commercianti non possiamo far altro che adeguarci, nonostante nel nostro locale abbiamo mantenuto il costo al pubblico del caffè a un euro fino a gennaio 2023».

«Abbiamo mantenuto il prezzo a un euro per due ragioni: 10 centesimi in più per ogni caffè, anche ne facessimo 300, sarebbero 30 euro. Cambierebbe poco in termini di incassi. Inoltre in un periodo in cui tutti alzano i prezzi, spero la gente noti che noi non lo abbiamo fatto – sostiene Giulio Frattari di Tirabbesciò -. Ad ogni modo discutere di qualche centesimo in più o in meno mi fa sorridere. La benzina oggi ha un listino superiore ai 2 euro a litro. Sta bene a tutti?».

«Dietro una tazzina di caffè c’è tanto lavoro e gente che suda. E ci sono tanti costi. Se ci sono aumenti significa che gli esercenti devono far riportare i conti – chiosa Daniele Fabiani, presidente provinciale Fipe Confcommercio -. Influiscono il caro bollette, il costo della vita e i sistemi di pagamento. Non credo che un aumento di pochi centesimi possa condizionare le scelte. Oltretutto il caffè non è un bene primario, prenderlo al bar non è un obbligo. Credo però sia fondamentale sottolineare l’importanza della qualità del servizio»
 

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