La preside Valentina Bellini: «In famiglia e a scuola ho imparato il dialogo»

La preside Valentina Bellini: «In famiglia e a scuola ho imparato il dialogo»
La preside Valentina Bellini: «In famiglia e a scuola ho imparato il dialogo»
di Francesca Gironelli
4 Minuti di Lettura
Domenica 10 Dicembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:09

Un ricordo vivido e penetrante, il sentore della stufa catturato dalla cartella e dal cappotto di sua mamma Giacinta, al rientro dopo una giornata di scuola in montagna. L’amore per l’insegnamento si è trasmesso così: Valentina Bellini da piccola giocava a fare la maestra, proprio con quei libri tirati fuori da quella cartella. «Dirigo la scuola dove mia mamma ha insegnato negli ultimi anni ed è un onore avere l’ufficio nel plesso Malaspina, che è stata la mia scuola elementare».

Valentina si tuffa nei ricordi: «Casa mia era aperta al dialogo - spiega pensando anche a suo papà Marcello, che fu funzionario alla Cassa di Risparmio - una famiglia felice dove ho sviluppato l’interesse per il mondo. Verso i 14 anni mi tuffavo nei giornali e cercavo di capire. Con i miei genitori si discuteva molto. Mio papà era socialista e mia mamma cattolica osservante e molto aperta. La lettura è stata pane quotidiano, ero un’avida lettrice».


Il liceo e la contestazione


Arrivano gli anni del liceo, con lo strascico della contestazione giovanile: «Un luogo dove sentivo che stavo crescendo e migliorando. Ero curiosa, partecipavo alle assemblee. Amavo studiare, ero tra le migliori, ma non la migliore - aggiunge Valentina, che ai tempi frequentava Azione cattolica e gli scout - ma non stavo sempre sopra i libri. Chiacchieravo e, non so com’è, poi le ramanzine se le prendeva sempre la mia compagna di banco e amica Patrizia. Lei mi diceva che succedeva perché avevo “la faccetta d’angelo”. Un’amicizia che continua oggi, dopo decenni». Fra i banchi, frequenta anche una scuola di vita: «Solidarietà, rigore e approfondimento, amore per la conoscenza, il senso di giustizia. Il credere fortemente in qualcosa. Questi sono valori che ho trovato anche in due figure chiave al liceo, due persone agli antipodi: don Piero Coccia, oggi arcivescovo emerito della diocesi di Pesaro, e la professoressa Anna Maria Brunori, sicuramente laica. Da entrambi ho ricevuto tanto».


Lo struscio


Con il suo Garelli rosso, da Campo Parignano, Valentina sfrecciava la sera in centro per non perdersi l’ora dello struscio: «Non mancavo mai e anche durante la maturità, almeno un quarto d’ora andavo in piazza.

Sono stata davvero una ragazza degli anni ‘80». I sabato pomeriggio al cinema con le amiche, seguiti da discussioni impegnate sui gradini del Tribunale, e poi Bologna, sua seconda città. Lì ha trascorso anni meravigliosi: «Potevo studiare lingue vicino casa. Mia madre, con un atteggiamento per niente scontato per quegli anni, mi disse che a Bologna avrei avuto più opportunità, anche di approfondire, e insegnanti di fama. Sono partita poche settimane dopo l’attentato del 2 agosto alla stazione. Un’altra mamma - commenta con orgoglioso affetto - ci avrebbe ripensato. Io invece sono potuta partire».


Musica e viaggi


Musica pop, il gusto per il cantautorato e il soul, una colonna sonora che ha accompagnato Valentina in giro per il mondo, nei suoi viaggi estivi lunghi e intensi: «Sono riconoscente ai miei genitori anche per questo: non erano abbienti ma ho potuto viaggiare da sola in Inghilterra, Spagna e Germania, viaggi che mi hanno aperto la mente, per conoscere un altro mondo per l’epoca. Compresa la marmellata di arance!». A Bologna si consolidano i suoi pilastri valoriali: la passione per l’insegnamento, l’impegno civico e politico, il femminismo: «Ricordo in Strada Maggiore una libreria magnifica con libri di sole autrici» commenta, dichiarando la sua predizioni per scrittrici come Jane Austen e Virginia Woolf. Decisa, energica, la giovane Valentina sogna e realizza nel concreto i suoi progetti, affiancandoli a un impegno civico sentito, sincero: «Auguro alle ragazze e ai ragazzi di avere curiosità, di andare fuori dalle mura di casa, di appassionarsi alle idee, a qualcosa da rendere migliore. Perché la verità è che tuttora mi piacerebbe fare la rivoluzione! Difatti, per dirla con le parole dei cantautori italiani - conclude Valentina con un tono leggero, per sottolineare il suo impegno politico - “sempre e per sempre, dalla stessa parte mi troverai”».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA