SENIGALLIA «L’aereo si è girato inspiegabilmente, deve esserci stato un cedimento strutturale». È quanto ha ipotizzato, parlando con gli amici, Alviano Scanu, il copilota dell’ultraleggero precipitato mercoledì mattina a Monterado di Trecastelli.
La ricostruzione
Quando sono partiti dall’aviosuperficie di Castelvecchio di Monteporzio lo stava pilotando Norino Cicetti, il 73enne senigalliese ex elettricista dell’ospedale cittadino, che ieri si trovava ancora ricoverato a Torrette. Non deve affaticarsi a parlare avendo due costole e una vertebra rotte e ne avrà per molti giorni ma non è mai stato in pericolo di vita. Il suo socio invece è tornato a casa e ha parlato dell’accaduto con quanti gli hanno chiesto come stesse e cosa sia successo. Agli amici ha riferito di aver riportato un’infrazione cervicale. Entrambi sono esperti piloti. Il 73enne di origini sarde, ma residente a Rimini, è stato comandante del Nucleo Elicotteristi della Guardia di Finanza di Rimini. Ora è in pensione.
La testimonianza
Ha raccontato che erano da poco decollati quando, a 15 metri d’altezza, l’ultraleggero si è girato inspiegabilmente di 180 gradi, cadendo tra gli alberi.
Le indagini
La procura, infatti, ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di lesioni colpose. Ci sarà da chiarire se a causare lo schianto sia stato un malfunzionamento dell’ultraleggero, come ipotizza l’ex finanziere, oppure se possa essersi trattato di un errore umano o di un malore che potrebbe aver colto il senigalliese, che in quel momento lo stava pilotando. Accertamenti li svolgerà anche l’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile. Una tragedia sfiorata sia per i due occupanti del velivolo che per altre persone. Il mezzo è precipitato tra la vegetazione, ma poco distante c’erano anche delle case. Alcuni residenti l’hanno visto abbassarsi per poi sentire il rumore dello schianto.
Lo choc
Tutti erano pronti al peggio quando si sono recati sul posto a fatica, trattandosi di una zona impervia. Le speranze di trovare gli occupanti vivi erano davvero minime. Sono rari i casi in cui si sopravvive allo schianto di un aereo. Questo, fortunatamente, è stato uno di quelli. I primi a voler sapere cosa sia accaduto sono proprio loro, i due soci proprietari, con alle spalle tantissimi anni di volo, che faticano ancora a dare una spiegazione logica se non riconducibile a un problema del mezzo. Nell’aviosuperficie sono conosciuti proprio per essere molto scrupolosi. Controllano sempre tutto prima del decollo, ma qualcosa che nemmeno loro hanno compreso deve essere accaduto. In quel frangente, però, una fortuita combinazione ha fatto sì che la tragedia fosse evitata.