Fusione Senigallia-Morro d'Alba
E' netta l'affermazione del "No"

Fusione Senigallia-Morro d'Alba E' netta l'affermazione del "No"
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Lunedì 24 Ottobre 2016, 12:03 - Ultimo aggiornamento: 12:08
SENIGALLIA - Senigallia e Morro d'Alba dicono «no» alla fusione per incorporazione dei due enti. L'esito del referendum del 23 ottobre parla chiaro: oltre il 60% dei contrari a Senigallia, mentre nel comune dove era partita la richiesta di fusione il no è stato ribadito da oltre il 70% dei cittadini. Le strade continueranno ad essere dunque separate anche se le votazioni si sono svolte in modo diverso: a Senigallia ha votato solamente il 16,19% dei cittadini (6189, di cui 3176 uomini e 3013 donne); di questi il 60,53% era contrario alla fusione (3.722 voti) e il 39,47% favorevole (2.427 voti). A Morro d'Alba si sono recate alle urne 1161 persone di cui 587 uomini e 574 donne, pari al 72,65% degli aventi diritto: solo il 29,66% di cittadini favorevoli all'incorporazione con Senigallia (342 voti), sono stati superati dal 70,34% di contrari (811 voti). Un'affluenza bassa a Senigallia, registrata sin dalle prime ore del mattino, quando - alle ore 12 - aveva votato solamente il 3,22% dei cittadini e alle ore 19 il 12%. Ottima invece la presenza alle urne dei morresi: alle ore 12 si era recato a votare il 22% degli elettori, cresciuti poi fino al 62,40% alle ore 19. 

LE REAZIONI

"Vincono i no, ma i problemi rimangono. Le urne hanno dato un responso chiaro che accettiamo e rispettiamo serenamente, ma ribadiamo anche che si è persa una grande occasione per il territorio. Il progetto di fusione che avevamo messo a punto con gli amministratori di Morro d'Alba e che era stato approvato dai consigli comunali di Senigallia, a larghissima maggioranza, e della stessa Morro d'Alba, all'unanimità, aveva una grande visione. Anzitutto creare un prestigioso brand turistico territoriale fondato sulla valorizzazione delle rispettive eccellenze, potenziare i servizi e razionalizzare la spesa pubblica. È chiaro che il progetto non è stato spiegato in maniera esaustiva e che è mancato il tempo per farlo. Appare evidente, infatti, come non ci sia stata piena consapevolezza sull'importanza di questo voto per il futuro dei nostri territori. Tanto per fare un esempio, le cospicue risorse straordinarie che nei prossimi dieci anni sarebbero potute arrivare e che avremmo immediatamente destinato a interventi di riqualificazione delle frazioni e della viabilità finiranno altrove. In ogni caso, proseguirà il lavoro a sostegno dei processi di condivisione territoriale volti a semplificare la macchina amministrativa, a ottimizzare i costi e, soprattutto, a dare risposte ai bisogni dei cittadini". Così il sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi, sull'esito del referendum sulla fusione per incorporazione del Comune di Morro d'Alba nel Comune di Senigallia.

LE REAZIONI


  Il risultato del referendum per il no alla fusione per incorporazione tra Senigallia e Moro d'Alba è «netto» e quindi il sindaco di Morro d'Alba Alberto Cinti farà quello che si era impegnato a fare durante la campagna referendaria, cioé «rispettare la volontà dei cittadini». L'iniziativa - ricorda - era partita dalle due amministrazioni comunali ed era stata approvata dai consigli comunali «a maggioranza a Senigallia, all'unanimità a Morro d'Alba». Per questo Cinti non si aspettava un pronunciamento contrario così forte, «anche se specie negli ultimi tempi c'era il sentore dell'incertezza dei cittadini o del loro timore di perdere la propria identità comunale». Ora - annuncia il sindaco - «il nostro massimo impegno sarà di cercare strumenti alternativi» per garantire l'attività del piccolo Comune (meno di 2.000 abitanti) in una fase difficile per la finanza locale e di vincoli per l'assunzione del personale. Prosegue la gestione associata dei servizi con l'Unione dei Comuni San Marcello, ma - secondo Cinti - si tratta di «un modello fallimentare, oltre ai tre Comuni si finisce per creare un quarto ente». Per il sindaco serve «un'iniziativa nazionale che garantisca dignità ai piccoli Comuni».
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