SENIGALLIA Restano tanti interrogativi sulla morte della 34enne, travolta da un Frecciarossa venerdì mattina. La telefonata, quell’addio e poi la tragedia. Purtroppo, spesso, troppo spesso, accadono simili drammi ma questa volta, diversamente da altre, c’è quel dettaglio della telefonata concitata che scatena tanti interrogativi tra chi conosceva la vittima. Un testimone l’ha vista al telefono mentre passava sulla banchina del binario nord. Camminava in direzione opposta, quindi, gli era passato di fianco per poi superarla, avrebbe sentito una frase del tipo “finisce qui” poi pochi istanti dopo ha avvertito lo stridore dei freni.
Il racconto
Erano del Frecciarossa che stava entrando in stazione.
Tanti dubbi che forse resteranno senza una risposta. La salma è stata subito restituita alla famiglia che domani potrà renderle l’ultimo saluto. La polizia ferroviaria, intervenuta per i rilievi, ha trasmesso gli atti alla procura, come da prassi in questi casi, ma al momento non sono stati disposti ulteriori accertamenti. Sono anche presenti le telecamere alla stazione ferroviaria che saranno decisive per ricostruire l’esatta dinamica ed escludere la responsabilità di terze persone. La giovane donna, come risulta alle forze dell’ordine, soffriva di crisi depressive ed era in cura. Un elemento che sembrerebbe motivare un gesto estremo. La famiglia, molto stimata in città, è raccolta nel suo dolore e adesso il suo pensiero è rivolto a dare una degna sepoltura alla giovane.
Sotto choc anche i passeggeri presenti in stazione, perché il dramma si è consumato poco più a nord del binario. Tra chi cerca risposte e chi chiede rispetto, la città si è stretta intorno alla famiglia. «Inutile fare supposizioni – aggiunge un conoscente della vittima –, di fronte ad una simile tragedia serve solo silenzio e rispetto. Aggrapparsi ai dettagli non cambierà quanto accaduto purtroppo». Amici e conoscenti stanno facendo forza ai familiari nella camera ardente allestita ieri.