Blitz della polizia negli uffici comunali
nel mirino la gestione della piscina

Blitz della polizia negli uffici comunali nel mirino la gestione della piscina
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Sabato 30 Settembre 2017, 18:03
SENIGALLIA - Blitz della polizia negli uffici comunali dell’ex Gil, dove sono stati acquisiti centinaia di documenti inerenti la gestione della piscina delle Saline e non solo. Da oltre un anno infuocano in consiglio comunale dibattiti sulla gestione diretta, senza gare di appalto e con varie proroghe, dell’impianto a partire dal 2005. Solo dallo scorso mese di giugno il Comune ha deliberato di occuparsi direttamente della piscina di via dei Gerani senza affidarsi più alla Uisp che continua a lavorarci. 

Il blitz è scattato il 20 settembre scorso quando cinque poliziotti si sono presentati negli uffici di viale Leopardi per avere accesso agli atti e riprodurre, tramite fotocopie, tutta la documentazione richiesta. Un lavoro certosino che ha richiesto diverse ore. L’attenzione si è concentrata sulla piscina delle Saline. L’impianto, appena consegnato al Comune, è stato affidato dalla Giunta Angeloni in via sperimentale alla Uisp con delibera del 23 febbraio 2005. Il 29 settembre 2005 la gestione è stata prorogata fino al 31 marzo 2006. Il 28 marzo 2006 la Giunta ha approvato l’affidamento fino al 31 marzo 2012. In questa delibera viene specificato che la decisione è maturata in accordo con le altre società sportive. Il 27 marzo 2012 la Giunta Mangialardi ha approvato l’affidamento per un anno, il 19 marzo 2013 fino al 31 luglio 2014 e il 30 luglio 2015 è la data dell’ultima proroga con scadenza 31 luglio 2017. Delibere che costituiscono parte della documentazione acquisita. La stessa società gestisce da numerosi anni anche l’ostello sul lungomare Da Vinci e anche per questo i consiglieri di opposizione da tempo hanno chiesto conto all’Amministrazione. A dicembre 2016 il gruppo consiliare Senigallia Bene Comune aveva presentato una mozione in Consiglio, poi bocciata, per chiedere un bando pubblico. Ha fatto seguito un esposto alla Procura della Repubblica che, insieme alla relazione del Mef, in cui il Ministero contestava all’ente la proroga di incarichi, riferiti ad altri servizi, senza un bando di pubblica evidenza, potrebbero aver indotto gli inquirenti ad approfondire la vicenda della piscina per poi verificare il resto. 
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