Dottoressa sgozzata, c'è un sospetto stalker
Aveva lavorato anche all'ospedale di Loreto

Dottoressa sgozzata, c'è un sospetto stalker Aveva lavorato anche all'ospedale di Loreto
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Giovedì 22 Giugno 2017, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 12:45

SANT’OMERO - Prima due denunce nei confronti dell’uomo che la perseguitava. Ieri, il suo corpo è stato trovato senza vita nel parcheggio dell’ospedale. Ester Pasqualoni, 53 anni, medico oncologo a Sant’Omero, è stata uccisa poco dopo le ore 16, fuori l’ospedale dove lavorava. La furia dell’omicida non l’ha risparmiata. Ha atteso che la donna terminasse il turno di lavoro e si è scagliato contro di lei. Una, due, tre coltellate: due alla gola, una al torace. Tre fendenti e la donna è stramazzata al suolo.

Oncologa di fama, aveva lavorato anche a Loreto
Ester Pasqualoni si era laureata in medicina e chirurgia all'università de L'Aquila con il massimo dei voti. Il medico,  mamma di due figli 11 e 16 anni, negli anni aveva conseguito altri titoli di studio e professionali come la specializzazione in medicina interna. Prima di entrare a far parte dell'équipe dell'ospedale di Sant'Omero, Ester Pasqualini aveva lavorato anche al pronto soccorso di Loreto e a quello di Atessa, poi a Giulianova.  

Il racconto dell'omicidio 
A notare il corpo riverso in una pozza di sangue, tra due auto parcheggiate, è stata una signora che ha lanciato l’allarme. «L’hanno ammazzata! L’hanno ammazzata!», ha urlato entrando nel Pronto soccorso. Il primo ad intervenire sul luogo è stato il medico del 118 Piergiorgio Casaccia che inizialmente non si è reso conto che quel corpo a terra fosse della collega. Era in servizio, lo hanno chiamato ed è corso. «Era sfigurata ma respirava ancora - ha raccontato Casaccia - nel giro di pochi secondi è morta. Inizialmente non mi ero accorto che si trattava di Ester». Tutto intorno c’erano evidenti segni di colluttazione. C’erano due borse a terra e il cellulare. Poi c’è stata solo disperazione e pianto. «Chi voleva il male di Ester?» ha continuato a ripetere il collega. «Una persona stupenda. Era una donna, un medico sempre disponibile, aveva aiutato tanta gente a superare il trauma della malattia. Tra le mie mani ha fatto l’ultimo respiro». Secondo gli investigatori (il pm è Davide Rosati) era perseguitata da uno stalker. Un uomo di 65 anni di Martinsicuro non riconducibile all’ambiente sanitario e che la donna aveva già denunciato due volte. Il medico da tempo aveva paura tanto che quasi mai, terminato il turno di lavoro, usciva dall’ospedale da sola. Alla macchina si faceva accompagnare sempre da qualcuno. Su Facebook aveva rimosso tutte le sue foto e pare vivesse in uno stato costante di angoscia. Era separata e aveva due figli, entrambi minorenni, e nell’ultimo periodo aveva cercato di rifarsi una vita con un nuovo compagno che però da poco era morto di infarto.

Le indagini
Al vaglio degli inquirenti anche la posizione dell’ex marito che risulterebbe estraneo ai fatti. Il killer ieri dopo l’efferato delitto è fuggito a bordo di una Peugeot 205 di colore bianco. L’uomo si nascondeva tra Villa Rosa e Martinsicuro. la sua posizione è al vaglio degli inquirenti. Ieri pomeriggio intanto subito dopo il ritrovamento del cadavere l’area è stata resa inaccessibile per consentire ai Ris di effettuare i rilievi. Incredulità e sgomento per il secondo omicidio della giornata. «È un fatto straziante – il commento del manager della Asl di Teramo, Roberto Fagnano -. Una persona che viveva e lavorava per salvare la vita degli altri, così barbaramente trucidata in un parcheggio. È un vuoto immenso. Adesso l’assassino venga assicurato alla giustizia e poi dovremo tornare a parlare di femminicidio ma ripensando a leggi che tutelino ancor di più le donne». La vittima, responsabile del day hospital oncologico dell’ospedale di Sant’Omero, aveva 53 anni ed era nata a Roseto degli Abruzzi, ed era conosciuta da tutti nell’ambiente sanitario.

Il ricordo
«Il valore aggiunto del reparto - scrivevano di lei in una lettera aperta alcuni pazienti - competente e preparata professionalmente, sempre al passo con i tempi nelle cure innovative». I pazienti ricordano come svolgesse il proprio lavoro con abnegazione e devozione, «il tutto costellato da tanta umiltà spendendosi costantemente nell’attuare una corretta sinergia fra i vari reparti, il laboratorio analisi, la radiologia ed altri settori presenti all’interno della struttura sanitaria». Poi il ricordo dell’avvocato Caterina Longo su Facebook: «Quante volte sedute a ragionare di quell’uomo, quel maledetto che ti perseguitava e non sono riuscita a risolverti questa cosa, me lo porterò dentro tutta la vita, ti voglio bene donna amica e speciale». 

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