San Paolo di Jesi, assalto in casa
Ristoratore picchiato e derubato

Indagini dei carabinieri
Indagini dei carabinieri
di Talita Frezzi
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Martedì 8 Agosto 2017, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 18:14
SAN PAOLO DI JESI -  Una brutale rapina a mano armata è stata messa a segno nella notte tra domenica e ieri, nelle campagne di San Paolo di Jesi. Tre banditi a volto coperto da passamontagna, di cui uno armato di pistola e gli altri con bastoni, hanno fatto irruzione nel ristorante-pizzeria “La Fenice” in via San Nicolò 7. Hanno raggiunto l’abitazione al primo piano dove si trovava il proprietario in compagnia della convivente e li hanno malmenati, rapinati e sequestrati chiudendoli in bagno. 
 
Un autentico incubo. L’assalto dei banditi è iniziato verso l’1,40. I tre si sono introdotti nell’edificio – che ospita al pianterreno l’attività commerciale e al primo piano l’abitazione – forzando una finestra. Il titolare e la compagna si trovavano in camera da letto, stavano facendo zapping in tv senza riuscire a prendere sonno per il caldo. E improvvisamente si sono trovati di fronte quei tre banditi incappucciati. «Avevo chiuso a mezzanotte, sistemato il ristorante ed ero salito in casa, stanco e accaldato. È stato un attimo – racconta la vittima Luciano Olivanti, 54 anni originario di Apiro – me li sono trovati davanti e ci hanno urlato contro che volevano i soldi e l’oro, la mia compagna era terrorizzata, io d’istinto ho reagito».

Coraggiosamente, Olivanti si è scagliato contro i rapinatori, che lo hanno picchiato con schiaffi e pugni al volto e allo stomaco. Un’aggressione brutale e impari, tre contro uno, finita nel sangue. «Mi hanno colpito più volte alla faccia e alla testa, poi giù calci nello stomaco - continua il suo angosciante racconto – proprio allo stomaco ho dovuto fare un intervento chirurgico poco tempo fa, quei calci mi hanno fatto riaprire le ferite e ho iniziato a perdere sangue dalla bocca... ma non si sono fermati. Hanno detto poche parole di minaccia – continua Olivanti – da come li ho sentiti parlare, secondo me potevano essere stranieri dell’Est Europa. Uno aveva una pistola. Volevano i soldi, ho consegnato loro 1000 euro in contanti che avevo in casa, ma ne volevano di più...credevano che ne nascondessi altri, hanno iniziato a rovesciare i cassetti e mettere tutto sottosopra rovistando dappertutto. Ma non c’erano soldi, è vero che ho il ristorante (da appena tre mesi) ma mi pagano tutti con bancomat o carta di credito, la liquidità è poca! Allora si sono presi dei gioielli d’oro. Vorrei averceli davanti a volto scoperto», ringhia furibondo. 

Chi ha agito sapeva che abitazione e ristorante sono collegati. Un’aggressione spropositata. Prima di scappare, per assicurarsi una fuga sicura, hanno legato la donna (43 anni originaria della Siberia) e rinchiuso Olivanti, ferito e sanguinante, nel bagno. Poi sono fuggiti portandosi via anche la Fiat Punto di proprietà dell’uomo. Solo verso le 2,30 la coppia è stata liberata, grazie ai vicini che hanno sentito le urla e le richieste di aiuto. Olivanti è stato trasportato al pronto soccorso, ha riportato un trauma cranico, fratture allo zigomo e al naso, policontusioni su tutto il corpo. È stato ricoverato con una prognosi di 35 giorni salvo complicazioni. Sulla brutale rapina indagano i Carabinieri della Compagnia di Jesi e della Stazione di Staffolo.
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