Lorenzo, papà di 43 anni, si uccide
dopo un accertamento del fisco

Lorenzo, papà di 43 anni, si uccide dopo un accertamento del fisco
di Giacomo Quattrini
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Giovedì 23 Giugno 2016, 09:35 - Ultimo aggiornamento: 13:27
OSIMO - È partito da Osimo per andare a chiudere i conti con la propria vita a Tortoreto. Ha scelto di farsi con la propria Peugeot station wagon 110 km per farla finita lanciandosi dal ponte del Salinello. Un volo di circa 100 metri dal viadotto autostradale dell'A14. Così se n'è andato martedì sera Lorenzo Manuali, 43 anni, un figlio di 9, conosciutissimo per il suo amore del calcio a 5. Lorenzo subiva i postumi di una depressione che da un anno e mezzo circa lo assaliva a fasi alterne. Tra le cause anche un accertamento dell'Agenzia delle Entrate nel 2015 sulla società sportiva di cui era presidente, la Sportware, che ieri ha oscurato il suo sito web con una lunga lettera di addio su sfondo nero.

Lorenzo è stato per tanti anni un ottimo calciatore di calcio a 5, toccando anche la serie B col Macerata. Poi nel 2014, dopo alcune stagioni col Campocavallo, ha appeso le scarpette al chiodo dedicandosi interamente alla Sportware, una società che organizza da 23 anni i tornei amatoriali di calcio a 5 e calcio a 8 tra Ancona e Macerata, eredità dal vecchio Colfiorito, storico club osimano di calcetto che aveva vissuto l'epopea negli anni '90 proprio grazie a Lorenzo e al suo gruppo di amici, lo stesso che da ieri lo piange disperatamente. Un amore per lo sport sano, con l'obiettivo di far divertire tutti, così Lorenzo si era speso in prima persona con la Sportware, ma poi l'accertamento dell'Agenzia delle Entrate «che ci contestava più che la contabilità alcune mancanze burocratiche, come il numero di assemblee associative annuali» confida il suo amico e socio, Luca Brachini. 
Un contenzioso ancora aperto, con la Sportware che non ha voluto chiedere transazioni al ribasso convinta di essere nel giusto. «In una situazione normale lo avrebbe saputo gestire questo stress, ma già stava poco bene» hanno raccontato ieri alcuni suoi amici, ricordando che nel 2014 oltre all'addio al calcio giocato, sempre traumatico per uno come lui, aveva anche affrontato la malattia del suocero. Tante preoccupazioni che han fatto scaturire la prima fase depressiva della quale si è sempre reso conto senza però mai volersi curare. Solo nell'ultimo mese Lorenzo ha deciso di affidarsi ad un medico ma evidentemente dentro di lui il pensiero di farla finita era ormai senza ritorno. Nessuno tuttavia pensava sarebbe arrivato a tanto. Invece martedì ha lasciato l'ufficio di San Biagio verso le 11,30: «Mi ha detto che doveva andare a Civitanova per un accordo con un centro sportivo -ha raccontato ieri sconvolto Luca-, ha anche avvisato la moglie che sarebbe rimasto a pranzo fuori, invece poi ha staccato il cellulare e l'abbiamo cercato tutti invano per ore, fino a che la polizia ha avvisato la famiglia». Lorenzo si era diretto in Abruzzo e, arrivato sul viadotto verso le 20, si è arrampicato sulla recinzione con gli automobilisti che non hanno potuto nulla.
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