La battaglia di Giovanni Strologo: «Io, contro i nemici velox. Inutili, sto con Fleximan»

La battaglia di Giovanni Strologo: «Io, contro i nemici velox. Inutili, sto con Fleximan»
La battaglia di Giovanni Strologo: «Io, contro i nemici velox. Inutili, sto con Fleximan»
di Giacomo Quattrini
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Sabato 3 Febbraio 2024, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 16:21

OSIMO - «Se penso all’intenzione, sollevare perplessità sull’utilità di queste strumentazioni, allora sì, Fleximan fa bene a danneggiarle, peraltro in passato alcuni box fissi erano stati già imbrattati dalle nostre parti, ma se pensiamo ai danni ad un patrimonio pubblico, allora no, la battaglia va fatta sul fronte legale, evidenziando che i velox non diminuiscono la pericolosità stradale, anzi». A parlare è Giovanni Strologo, ex consigliere comunale a Osimo, ma dal 2009, finita la sua esperienza politica, a capo di un comitato sorto sui social network, che si è battuto contro gli autovelox di mezza regione e oltre.

La campagna

Con il suo Comitato per il Rispetto del Codice della Strada ha tutelato centinaia di automobilisti multati da velox ritenuti illegittimi, vincendo tanti ricorsi e finendo per farne spegnere alcuni, come quello lungo via Ancona all’Aspio di Osimo, o adeguarne altri come lungo la variante alla statale a Falconara. «Abbiamo tutelato con i nostri legali degli automobilisti che prendevano decine di multe in pochi giorni, ricordo -racconta Strologo- che una ragazza che da Jesi andava a lavoro allo Sferisterio di Macerata con un contratto trimestrale, prese talmente tante multe a Filottrano che lo stipendio di quei 3 mesi non gli bastò a pagarle».

Lo sfogo

Continua: «Lo Stato rischia di far passare come delinquenti dei cittadini per qualche chilometro orario più del consentito, oltretutto in quel caso il Comune si rese conto e alzò il limite di velocità da 60 a 70 km».

A Filottrano il suo comitato ha vinto diversi ricorsi fino alla Cassazione «dove -spiega Strologo- ci dissero che sulla direttrice Jesi – Filottrano era legittimo l’autovelox mentre sulla direzione opposta no, quindi il velox andrebbe spostato sull’altro lato della strada e ora è spento».

Ha abdicato il Comune di Osimo che, nel 2012, installò un velox fisso in discesa, non abbastanza lontano dai centri abitati di San Biagio e Aspio e tanti ricorsi furono accolti. Alla fine nel 2014 con la nuova amministrazione comunale, e in accordo con la Prefettura, venne spento. «Il problema -dice Strologo- è che i velox spesso sono in strade non extraurbane di categoria C come richiede il Codice della Strada, non hanno banchina laterale ad esempio. Nella nostra zona ha senso metterli solo lungo la statale Adriatica». Come hanno fatto i Comuni di Loreto e Castelfidardo, con quest’ultimo che però non sanziona la velocità massima, ma considera quella media su un tratto di qualche decina di metri grazie a due postazioni.

«Come accaduto -conferma Strologo- dopo il nostro intervento a Falconara, dove hanno adeguato il rilevatore sulla velocità media, che ha più senso, altrimenti gli automobilisti frenano sotto il velox e poi tornano a correre, questo spesso causa anche più incidenti, come avveniva proprio all’Aspio».

Altra questione è la velocità oltre la quale scatta la sanzione: «A Pieve Torina ci hanno chiesto un sopralluogo per un autovelox fisso in centro abitato, il che già non va bene, oltretutto tarato sui 30 km orari. Sotto i 60 non andrebbero messi, altrimenti si vuol solo fare cassa, mentre la sicurezza va garantita anche con più posti di blocco, segnaletica e manutenzione».

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