Manarini vs Marasca, ora la vecchia giunta si divide sulla movida: che scontro sui party alla Mole

Manarini vs Marasca, ora la vecchia giunta si divide sulla movida: che scontro sui party alla Mole
Manarini vs Marasca, ora la vecchia giunta si divide sulla movida: che scontro sui party alla Mole
di Andrea Maccarone
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Mercoledì 13 Settembre 2023, 15:31 - Ultimo aggiornamento: 15:32

ANCONA Disco-sì, disco-no. Il dilemma sui party alla Mole Vanvitelliana, in stile discoteca sotto le stelle, finisce male e spacca la giunta che non c’è più. Protagonisti i due ex assessori della giunt Mancinelli terminata lo scorso mese di maggio: Paolo Manarini (delega ai Lavori pubblici) e Paolo Marasca (Cultura). Per il primo, il maxi-contenitore della Mole Vanvitelliana è attualmente «sotto utilizzato», come scrive in un post sul suo profilo Facebook, lamentando il fatto che sia sfruttato «essenzialmente come contenitore culturale e per attività civiche e i suoi spazi esterni per eventi teatrali o musicali». Per Manarini manca l’aspetto della movida.

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La proposta

L’ex assessore va dritto al punto e propone: «Perché non destinarlo anche alla movida nella città e quindi al divertimento?».

Un travaso di bile per Marasca che non trattiene il disappunto e parte alla carica: «Se ancora si discute di cosa infilare alla Mole perché non si sa dove metterlo significa che il nostro lavoro ha lasciato falle eccessive o che non si tiene conto di certe cose». Manarini, nel post, pensa ai giovani anconetani a cui si andrebbe a soddisfare un bisogno di aggregazione senza dover fare chilometri per riversarsi in altre località: «Credo che possa diventare un grande attrattore per i giovani - sottolinea - accessibile con mezzi pubblici e soprattutto a piedi. Da non trascurare poi che non confliggerebbe con la vita residenziale dei cittadini». Prospettiva che su Marasca ha avuto lo stesso effetto della kriptonite sul Nembo Kid. «La Mole non è un luogo dove gli anconetani possono fare ciò che vogliono - puntualizza l’ex assessore alla Cultura -, ma un luogo di destino nazionale, come testimonia il fiorire di progetti non appena entra in contatto con qualcuno che non ci vuole fare un km 0». Ovviamente Manarini è sempre stato a conoscenza dell’indirizzo improntato da Marasca sulla Mole. Per questo l’ex assessore alla Cultura rinfresca la memoria all’altro, ricordandogli che «eravamo assieme quando è stata approvata una delibera di giunta che disegna (con il Pnrr) il prosieguo della crescita a livello nazionale della Mole e che, per l’esattezza, definisce una divisione più coerente degli spazi». 

La frattura

Quell’«eravamo assieme» sembra voler rimarcare un allineamento di vedute che oggi, a quanto pare, non c’è più. O forse non c’era nemmeno prima, ma per civile convivenza in giunta probabilmente, al tempo, si era evitato di andare allo scontro. Fatto sta, però, che finita l’era Mancinelli ognuno torna per la sua strada. E vengono a galla le divergenze. Manarini alla Mole Vanvitelliana vedrebbe bene un locale serale operativo anche d’inverno: «Un Lazzabaretto versione indoor» ipotizza. Su questo punto Marasca ribadisce quella che era stata la sua visione: ovvero che nel disegno improntato con i vari restyling affidati al Pnrr c’era «una previsione per spazio di aggregazione e spettacolo al chiuso e all’aperto». E precisa: «questo disegno valorizza anche la Mole come monumento da visitare in quanto tale, cosa abbastanza poco compatibile con un’aggregazione di locali che disturbano altrove». Il grande rammarico di Marasca è di non essere riuscito ad impostare «una governance meno temporanea». Infatti adesso, col cambio di Amministrazione, per una notte la Mole si spoglierà dei suoi abiti sontuosi e si metterà in ghingheri stile Peter Pan di Riccione. Tra divanetti, cocktail bar e tavolini trendy, nella Corte risuoneranno i beat dei dj. Sabato sera andrà in scena il sogno tanto inseguito, e finalmente realizzato, dal Re delle notti doriche: Alessandro Sartarelli. Tutti in pista e Italodisco.

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