Scortichini: «Ancona, fai il capoluogo: la festa deve diventare un Festival del Mare»

Scortichini: «Ancona, fai il capoluogo: la festa deve diventare un Festival del Mare»
Scortichini: «Ancona, fai il capoluogo: la festa deve diventare un Festival del Mare»
di Andrea Maccarone
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Martedì 5 Settembre 2023, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 15:01
Ludovico Scortichini, Ceo di Go World e presidente del Comitato Territoriale del Comprensorio Anconetano di Confindustria Ancona, lei che è uomo di turismo e di marketing, sempre attento al riscontro degli eventi territoriali, come le è sembrata questa “nuova” Festa del Mare? 
«Promossa. Gli organizzatori, il format: promossi tutti. In questi due giorni ho girato appositamente tutte le location, proprio per vedere la risposta della gente. Ed era pieno dappertutto. Al che mi è sorta una riflessione». 
Quale? 
«Perché non farlo diventare l’evento identitario della città di Ancona? Da un weekend ad una settimana, dieci giorni: attraverso un progetto serio a lungo raggio. Magari quinquennale. Un macro-contenitore dove il comune denominatore è il mare e lo scenario è Ancona e i suoi scorci». 
Interessante, e cosa ci metterebbe dentro questo macro-contenitore? 
«Concettualmente tutti gli elementi che caratterizzano la nostra città: la porta d’Oriente, il dna di un luogo, il porto antico. Come contenuti: il tema economico della blue economy, il tema storico delle radici del territorio. E ancora: l’enogastronomia, l’entertainment, la formazione per i giovani rispetto alla conoscenza di ciò che rappresenta il nostro mare e ciò che gli ruota attorno. In questo avremmo una grossa sponda nell’Istituto Nautico».  
Insomma, non più una Festa del Mare, ma un Festival del Mare? 
«Esattamente così. Pensi che a Bari la Festa del Mare dura un mese e mezzo. Noi dovremmo fare quello che Perugia ha fatto con Eurochocolate. Ovvero creare un evento di richiamo prima nazionale, e poi internazionale». 
Ma i soldi? 
«Beh, sul tema del mare abbiamo diverse aziende sul territorio che potrebbero essere interessate ad investire in un progetto del genere. E poi, visto che diventerebbe un evento di grande rilievo, un aiuto arriverebbe anche dalla Regione. Insomma, quello di intercettare risorse non sarebbe un grosso problema. Ma comunque si tratterebbe di un progetto che guarda ad uno sviluppo quinquennale». 
Veniamo al tema di sua competenza: cosa porterebbe in termini turistici alla città? 
«Un indotto, sicuramente. Porterebbe alla destagionalizzazione dell’affluenza, darebbe una grossa visibilità ad Ancona in un momento in cui nei dintorni non c’è nulla. Ma soprattutto restituirebbe alla città un ruolo da protagonista, da capoluogo che oggi, per molti aspetti, non è». 
Quale prerogativa dovrebbe avere questa Festa, o meglio Festival, del Mare? 
«Mettere a sistema le migliori esperienze già esistenti sul territorio. Penso, ad esempio, a qualcosa di Adriatico Mediterraneo, un pezzo di Tipicità in Blu. E poi fare nuovi innesti. Questo ci consentirebbe di distinguerci, creando qualcosa di originale senza andare a copiare altri format presenti in regione». 
Secondo lei ci sono le basi per poter realizzare un progetto così ambizioso? 
«Se non avessi visto con i miei occhi la risposta di pubblico che c’è stata lo scorso weekend, non lo direi. C’è spazio per fare ancora di più. E il momento è arrivato». 
 
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