Lo sfregia con la bottiglia rotta, paura al Piano fuori dalla sala slot. Condannato a 3 anni e 8 mesi

Lo sfregia con la bottiglia rotta, paura al Piano fuori dalla sala slot
Lo sfregia con la bottiglia rotta, paura al Piano fuori dalla sala slot
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 7 Febbraio 2024, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 13:30

ANCONA Tre anni e otto mesi di reclusione. È la condanna che il gup Alberto Pallucchini ha rifilato ieri mattina a un 35enne romeno, arrestato dalla Squadra Mobile lo scorso maggio per l’aggressione impartita a un moldavo di 38 anni, fuori da una sala slot del Piano. Stando all’accusa lo aveva ferito con una bottiglia rotta, provocandogli una lesione permanente al viso. Tanto che la procura ha contestato la precisa fattispecie di reato che fa riferimento allo sfregio. Si procedeva con il rito abbreviato.  Attualmente, il romeno - difeso dall’avvocato Germana Riso - si trova agli arresti domiciliari. La vittima, parte civile con l’avvocato Diego De Giacomi, aveva ricevuto inizialmente una prognosi di 61 giorni. La lite tra i due risale al gennaio del 2023 ed era scoppiata per futili motivi. Inizialmente avevano battibeccato all’interno della sala, poi l’aggressione vera e propria era avvenuta all’esterno.

Assieme al romeno, c’era un 30enne italiano, poi denunciato a piede libero per il reato di minacce aggravate, poiché aveva brandito un coltello con lama lunga una ventina di centimetri contro il moldavo.

Il 30enne è stato ammesso a un percorso di messa alla prova. Stando alla ricostruzione accusatoria, era stato il romeno ad aver aggredito il moldavo con la bottiglia rotta, ferendolo in maniera grave alla guancia sinistra. Dopo la denuncia sporta dalla vittima e le indagini portate avanti dagli investigatori della Squadra Mobile, il 35enne era finito a Montacuto lo scorso maggio. Contestualmente, la sala slot all’esterno della quale era avvenuto l’episodio di violenza era stata fatta chiudere dal questore per dieci giorni. Sulla sospensione temporanea dell’attività non aveva pesato solo l’aggressione, ma anche i controlli portati avanti dalle Volanti, i quali avevano ravvisato come la sala fosse all’epoca dei fatti «un ritrovo abituale di persone pregiudicate e ritenute pericolose».

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