Ancona, la beffa degli homeless del Passetto. Sgombero bluff, torna il campeggio

Ancona, la beffa degli homeless del Passetto. Sgombero bluff, torna il campeggio
Ancona, la beffa degli homeless del Passetto. Sgombero bluff, torna il campeggio
di Antonio Pio Guerra
3 Minuti di Lettura
Martedì 23 Gennaio 2024, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 24 Gennaio, 07:12

ANCONA Un Passetto da dimenticare. Mentre sulla tv nazionale scorrono le immagini girate qui per la nuova serie di Raoul Bova, le condizioni dello storico affaccio sul mare di Ancona suscitano tutto fuorché meraviglia. Tra balordi e disperati, uno degli scorci più belli della città sta diventando un’autentica terra di nessuno. Un porto franco per teppisti e senza tetto dove neanche le istituzioni riescono a (o vogliono) rimettere un po’ d’ordine. E suonano quasi come una beffa, allora, le operazioni di sgombero dei clochard extracomunitari esercitate in pompa magna nei giorni scorsi.

La desolazione

Dovevano essere la testimonianza tangibile della risposta al degrado ma si sono trasformate - loro malgrado - nel fulgido esempio di una soluzione rivedibile ad un problema che non può più essere considerato marginale.

Per accorgersene basterebbe scendere gli scaloni che portano fino alla spiaggia. Oppure basterebbe prendere l’ascensore panoramico che dalla pineta conduce fino al livello del mare. Perché le stesse porte che qualche secondo prima si sono chiuse su un panorama mozzafiato, a valle del tragitto si riaprono su un quadro desolante.

I bivacchi

I senza tetto sono ancora lì, coi loro materassi e le coperte necessarie a ripararsi dal vento freddo che aizza il mare e bagna la banchina. Sono ancora lì nonostante lo sgombero perché forse non hanno di meglio dove stare. Sono gli invisibili della nostra comunità. Come invisibili sono i writer che - senza remore e senza codici etici - si armano di bombolette spray o pennarelli e si sfogano contro qualsiasi cosa gli si pari davanti. A partire dal Monumento ai Caduti, vittima indifesa degli scarabocchiatori seriali. Tanto che sono ormai dei mesi che uno dei quattro lati dell’ara centrale è coperto da pannelli di fortuna per nascondere un grosso sfregio fatto con lo spray rosso. Due iniziali, forse il segno indelebile non di un amore appena nato ma di un’inciviltà dilagante. Le stesse scritte le troviamo anche sul basamento, in pineta ed a volte addirittura sugli scogli della spiaggia. Negli anni si è provato di tutto e niente ha funzionato. Servirebbero le telecamere ma non si possono installare. Almeno non sul monumento. Non lo permette la Soprintendenza perché considerato patrimonio storico. E infine ci sono i lavori sulla scalinata. Qualcuno dice che guardando dal mare il Passetto, l’immagine assomiglierà a quella di un uccello in volo. Un uccello ferito ad un’ala, per ora: vanno avanti ormai da anni i lavori alla scalinata sinistra (fronte mare) e resta l’incognita sugli interventi a carico dell’altro complesso di scale. Con un gioco di parole alquanto banale potremmo dire: una rinascita che procede a rilento. Un “passetto” alla volta.

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