Ancona, un branco di cinghiali invade la strada. Motociclista ne centra uno e vola a terra

Ancona, un branco di cinghiali invade la strada. Il centauro ne centra uno e vola a terra
Ancona, un branco di cinghiali invade la strada. Il centauro ne centra uno e vola a terra
di Antonio Pio Guerra
3 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Novembre 2023, 04:55 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 09:01

ANCONA E i cinghiali fanno ancora danni. Ieri a pagare lo scotto dell’attraversamento di un gruppo di ungulati è stato un motociclista di una quarantina d’anni. L’uomo si è trovato il branco davanti mentre procedeva sulla provinciale del Conero. Quindi l’impatto con uno degli animali, che ha ucciso la bestia sul colpo e sbalzato il centauro a diversi metri dalla sua moto. Soccorso da alcuni automobilisti di passaggio, per lui è stato necessario il trasporto a Torrette in codice di media gravità. Ma questa è soltanto l’ultima tragedia sfiorata a causa delle invasioni di campo della fauna selvatica. Secondo un report stilato dall’Associazione Nazionale Amici della Polizia Stradale, nel 2022 sono stati 15 gli incidenti stradali con feriti (ed un morto) provocati dagli animali nelle Marche. La nostra regione è salita sul gradino più basso del podio assieme a Lazio e Lombardia. «Spendiamo più di un milione di euro all’anno in risarcimenti agli automobilisti» conferma Andrea Maria Antonini, assessore alla Caccia della Regione Marche

I rimborsi 

Che ricorda anche come da alcune settimane sia aumentata la quota dei danni provocati dal sinistro che la Regione si propone di coprire. «Dal 60% siamo passati all’80%» racconta.

Un aggravio per le casse pubbliche? No, anzi. Aumentando la percentuale di rimborso, la Regione spera di riuscire ad evitare buona parte delle cause intentate dai cittadini che chiedono indennizzi maggiori, col risultato che l’Ente - ritenuto colpevole nella maggior parte dei casi - finisce per accollarsi risarcimenti e spese legali di ambo le parti. Ma qui siamo nel campo della riparazione del danno. Cosa fare per prevenire? «L’unica soluzione è il controllo del numero degli esemplari» rilancia Antonini. Oppure? In Regioni vicine - Umbria ed Emilia Romagna in primis - si sperimentano da anni i cosiddetti dissuasori. Ne esistono di diversi tipi, dai più semplici a quelli hi-tech. Il Parco del Conero, ad esempio, negli ultimi anni ha provveduto ad installare 233 catarifrangenti che, riflettendo la luce dei fari delle auto, dovrebbero allontanare gli animali. Altrove ci si è anche spinti oltre, con telecamere ad infrarossi che rilevano gli attraversamenti e li segnalano agli automobilisti e perfino emettitori acustici in grado di spaventare i cinghiali coi suoni caratteristici della caccia. Funzionano? A detta delle realtà che li hanno già adoperati, il numero di sinistri è calato fino all’80%. «Dovrebbero essere le Province tramite gli Ambiti Territoriali Caccia a prevederne l’installazione» dice però Antonini. Intanto ci si sta muovendo anche su altri fronti. È di ieri mattina l’approvazione in Giunta regionale di un accordo col Comune di Ancona. Diecimila euro che serviranno per il trappolamento degli ungulati finiti in città. «Nei centri urbani non si può cacciare; non è il caso di fare il far west mettendosi a sparare» spiega l’assessore Antonini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA