Carezze osé e apprezzamenti spinti
alla cameriera, ristoratore condannato

Carezze osé e apprezzamenti spinti alla cameriera, ristoratore condannato
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Venerdì 2 Dicembre 2016, 06:20
FABRIANO - Per un anno intero avrebbe molestato la cameriera del ristorante di cui è il titolare. Apprezzamenti a sfondo sessuale e toccatine hot sono costate all’uomo, 58enne proprietario di un’osteria del Fabrianese, una condanna a un anno e quattro mesi di reclusione, pena sospesa. La sentenza è arrivata ieri pomeriggio nel tribunale di Ancona dopo un processo in cui la presunta vittima, una donna di 30 anni, ha rinunciato alla costituzione di parte civile. In udienza, il pm Ruggiero Dicuonzo aveva chiesto per l’imputato un anno di carcere. I fatti contestati dalla procura sono avvenuti tra il 2010 e il 2011.

La cameriera, una donna di 30 anni, lavorava nel locale quasi ogni domenica. E quasi ogni domenica – per l’accusa – sarebbe stata vittima di molestie da parte del titolare. Secondo quanto rilevato dalle indagini, l’uomo, lontano da sguardi indiscreti, avrebbe rivolto alla giovane non solo apprezzamenti sessuali espliciti, ma si sarebbe anche spinto oltre. Dopo aver ricevuto per mesi le particolari attenzioni, la dipendente decise di sporgere denuncia. In una delle precedenti udienze era salita sul banco dei testimoni e tra le lacrime aveva rivelato gli abusi subiti. A rispondere alle domande della pubblica accusa era stata anche un’amica della vittima, messa al corrente della questione dopo l’ennesimo episodio di violenza, accaduto il 3 agosto del 2011.

«Mi disse che un giorno il titolare è entrato nel bagno che lei stava pulendo. In quell’occasione, prima le ha palpato il sedere, poi l’ha strattonata fino a farla cadere vicino al lavandino». L’imputato, difeso dai legali Marco Casciola e Maurizio Berardinelli, ha sempre respinto tutte le accuse. Sarebbe stato difficile e alquanto fuori luogo tentare un approccio sessuale proprio nel locale dove tuttora lavorano moglie e figli. Tra l’altro, mai l’uomo sarebbe arrivato a consumare una vera e propria violenza. Dopo aver preso atto delle motivazioni della sentenza, la difesa ricorrerà in appello.
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