Bambini vessati e maltrattati
Sospesa maestra della scuola materna

Una foto d'archivio di maltrattamenti in una scuola materna
Una foto d'archivio di maltrattamenti in una scuola materna
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Martedì 25 Ottobre 2016, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 10:06

FABRIANO - La Polizia di Fabriano ha eseguito la misura cautelare della sospensione dall'esercizio della professione nei confronti di una maestra di una scuola materna, per maltrattamenti verso i piccoli a lei affidati. Il comportamento vessatorio dell'insegnante si manifestava con l'uso di violenza fisica e psicologica in modo da infliggere penosissime condizioni di vita scolastica ai bambini e determinando un'alterazione nel loro equilibrio e nella serenità di crescita.

La complessa e delicata indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona nella persona del sostituto Procuratore dr. Ruggiero Dicuonzo, nasce dalle confidenze e perplessità di una mamma di un alunno frequentante l’istituto che aveva notato un cambiamento nel comportamento del proprio bimbo che faceva qualche capriccio per recarsi a scuola. La donna aveva confidato le proprie perplessità ai poliziotti del Commissariato di Fabriano i quali avevano consigliato alla mamma di osservare ed annotare i comportamenti del figlio.

La donna seguendo i consigli della Polizia aveva notato dei cambiamenti nelle modalità di gioco ed in particolare, il bimbo durante dei risvegli notturni apostrofava il proprio peluche con espressioni del tipo: “non lo fare più! Hai capito? Non te lo dico più! In castigo subito! Vai a riflettere seduto lì!  E basta!”.
La polizia su disposizione del pubblico ministero iniziava a sentire anche altri genitori e si comprendeva come dei cambiamenti fossero avvenuti anche in altri bimbi che di notte si svegliavano urlando. In particolari i bambini riferivano ai genitori che la maestra li chiamava con le parole di: “Imbecille”, "perdente”, “disgraziato”, “topolino che fa la cacca”.

Da qui l’inizio di una intensa e delicata attività investigativa con l’utilizzo di attività tecniche che metteva in luce il comportamento vessatorio della maestra nei confronti dei piccoli alunni. Tale intolleranza si manifestava con l’uso di violenza fisica e psicologica in modo da infliggere penosissime condizioni di vita scolastica ai bambini e determinando un alterazione nel loro equilibrio e nella serenità di crescita.

Strattonamenti, schiaffi, colpi vari, rimproveri aspri, derisione per i loro comportamenti, mortificazioni ed offese verbali. I bambini, considerati cattivi, con urla e spintoni venivano costretti a sedersi causando loro disperazione e pianti a dirotto, in un punto prestabilito della stanza. Venivano anche minacciati di gravi ritorsioni nel caso in cui avessero rilevato ai genitori le offese e le botte ricevute ed accusati con disprezzo di “mammite”.




LE REAZIONI
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 «Siamo senz'altro di fronte a episodi gravi, ma che a mio avviso andavano affrontati in maniera diversa: non capisco perché la mamma del bambino non si sia rivolta alla dirigente scolastica, invece di andare subito alla Polizia». L'avv. Stefano Mengucci difende l'insegnante 50enne sospesa dall'esercizio della professione a causa dei maltrattamenti inflitti ai suoi alunni di scuola materna (bambini fra i 3 e i 5 anni) in una classe dell'istituto 'Malfaierà di Fabriano. Il legale ammette che la vicenda è«delicata», ma forse, osserva, «è stata fatta diventare più grande di quello che è». «Nei filmati girati dalle telecamere nascoste della Polizia schiaffi non ne ho visti, solo qualche spintone; i rimproveri di un'insegnante forse troppo autoritaria, cose che in passato sarebbero state accettate ma oggi, giustamente, non vengono più tolleratè». Mengucci si prepara a fare ricorso al Tribunale del riesame di Ancona per ottenere la revoca della misura di interdizione dalla professione disposta dal Gip Antonella Marrone nei confronti della sua assistita, ora disoccupata.

«È una docente precaria madre di tre figli maschi.

Originaria della Campania - spiega il difensore -, a febbraio aveva accettato di trasferirsi a Fabriano per una supplenza annuale. Se la mamma del bimbo o gli altri genitori avessero contattato la scuola invece del Commissariato, non avrebbe continuato a fare lezione per cinque mesi». Nessun commento sul caso dal dirigente dell'Ufficio scolastico regionale delle Marche Ugo Filisetti. L'Usr, si apprende, ha subito applicato la misura stabilita dal Gip e avviato un'azione disciplinare.

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