FABRIANO - Riflettori di nuovo accesi sulla vertenza Indelfab. Ieri, è stata revocata ufficialmente la procedura della mobilità relativa agli oltre 500 dipendenti dell’azienda fabrianese fallita nei mesi scorsi, come predisposto dall’accordo siglato l’11 agosto al ministero del Lavoro, presente anche il ministero dello Sviluppo economico.
Ora, i sindacati chiedono l’attivazione dell’esame congiunto e del tavolo di crisi, sia perché il 15 novembre scade la cassa integrazione straordinaria per cessazione attività, la quale dovrà essere prorogata, come garantito dal ministero del Lavoro, per altri sei mesi, ossia fino al 15 maggio 2022, sia perché occorre un’azione finalizzata a dare prospettive a Indelfab e al territorio.
La richiesta di Cigs, con pagamento diretto da parte dell’Inps, riguarda 513 lavoratori, 258 dei quali degli stabilimenti fabrianesi (24 impiegati e 234 operai) e 255 dell’impianto di Gaifana, nei pressi di Nocera Umbra (9 impiegati e 246 operai). «L’intesa sulla revoca della mobilità - affermano Pierpaolo Pullini della segreteria della Fiom di Ancona e il segretario regionale della Fiom Tiziano Beldomenico - era stata possibile grazie a un percorso condiviso tra le parti, conseguente alle forti pressioni dei sindacati e alle garanzie date dalle istituzioni.
«Nel rimarcare la complessità e la strategicità della vertenza - osserva la Fiom - il Mise aveva ostentato la disponibilità a proseguire l’attività di scouting per individuare possibili investitori italiani o esteri per un progetto di reindustrializzazione atto a salvaguardare il patrimonio di competenze professionali, anche attraverso strumenti di supporto agli investimenti. La Regione aveva confermato la piena disponibilità ad affiancare il Mise nella definizione di un piano di reindustrializzazione per la salvaguardia dei livelli occupazionali e a proseguire il piano di politiche attive».