Deruba l’anziana vicina
poi va a giocare alle slot

Deruba l’anziana vicina poi va a giocare alle slot
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Lunedì 3 Dicembre 2018, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 19:06
ANCONA  - Si era fatta amica l’anziana vicina per derubarla e reperire soldi da buttare nelle slot. Pensava che nessuno l’avrebbe mai scoperta e invece le spycam l’hanno immortalata mentre entrava in un Compro Oro per rivendere i gioielli sottratti poco prima alla dirimpettaia. Quando i carabinieri hanno denunciato la 48enne anconetana, non immaginavano che dietro l’insolito furto, avvenuto 15 giorni fa, si nascondesse una drammatica verità: la ladra è una giocatrice incallita, un’ex cassiera licenziata perché sorpresa a rubare al lavoro, arrivata a simulare un furto in casa per racimolare denaro per alimentare il suo malefico hobby. 

 

Un hobby che, quando diventa malattia, annulla le persone e prosciuga i conti in banca. Il demone ha la forma di una slot machine, luminosa, ammaliante, traditrice. A forza di inseguire vincite d’oro una 50enne anconetana, ora in cura, ha sperperato quasi 15mila euro in due mesi, fra agosto e settembre. «I miei amici andavano in vacanza, volevo partire con loro», ha raccontato. L’illusione di fare soldi facili manda sul lastrico famiglie come quella di un’ex guardia giurata che, perso il lavoro, continuava a bruciare i suoi risparmi nel gioco, a costo di accumulare debiti e non riuscire a pagare l’affitto né a mantenere i figli. A volte ci si rovina in coppia: marito e moglie che entrano insieme in sala slot, si separano, passano ore a consumare occhi e denaro davanti agli schermi e si rivedono fuori, più poveri e tristi di prima. Senza l’aiuto economico dei figli e il sostegno degli specialisti, non ce l’avrebbero fatta ad uscire dal tunnel della ludopatia. 

Non esiste solo il gioco d’azzardo. C’è anche quello che non promette guadagni, ma rende ugualmente schiavi, al punto da rinunciare alla vita sociale, com’è accaduto a un 22enne anconetano: per quasi tre anni è rimasto incollato giorno e notte al computer. Anche lui è in cura al Dipartimento Dipendenze Patologiche di Ancona, i cui numeri confermano come il gioco compulsivo sia una piaga sociale: in 6 anni quintuplicati i pazienti assistiti, nel 2017 erano 193. Un dramma senza età: coinvolge adolescenti, adulti, anziani, uomini e sempre più donne. Gli anconetani hanno bruciato nel gioco 15,6 milioni di euro solo nel primo semestre del 2017, di cui 9,3 in slot machine e videolottery, 2 milioni nel lotto, 1,7 milioni nei gratta e vinci e oltre un milione nel bingo. In attesa che entri in vigore il Regolamento per la prevenzione e il contrasto del Gap approvato dalla Giunta, che limiterà gli orari (al massimo 10 ore continuative) e introdurrà il “distanziometro” (slot vietate in un raggio di 500 metro dai luoghi sensibili), per una riduzione degli esercizi abilitati, il Dipartimento Dipendenze Patologiche, diretto dal dottor Rodolfo Rabboni, ha indetto una campagna di informazione e prevenzione nelle scuole medie e superiori della provincia e dei comuni di Cingoli, Apiro e Poggio San Vicino. 

«Affronteremo il problema da una parte parlando del Gap e delle dipendenze tecnologiche nei gruppi di classe - spiega Rabboni -, dall’altra con la metodica delle abilità di vita che ha come oggetto l’importanza di riconoscere e vivere le emozioni, il valore dell’empatia e l’affrontare le situazioni di conflitto. Fuori dalla scuola saremo in piazze e quartieri grazie alla collaborazione col Comune che mette a disposizione il camper itinerante dell’Informabus. Avvieremo una collaborazione con i centri di aggregazione giovanile per sensibilizzarli ad affrontare queste tematiche». La campagna contro la febbre da gioco coinvolgerà anche gli anziani (con Unitre, Università del tempo libero e circoli) e proporrà iniziative con Coni, sindacati, la Pastorale sanitaria e la Prefettura. La task force contro il gioco d’azzardo patologico può contare anche sulla Polizia Postale e sulla collaborazione degli amministratori di sostegno con delega economica (15 le persone seguite da queste figure), tra avvocati e commercialisti.

Il piano d’azione è stato approfondito nella seconda giornata annuale dell’Area Vasta 2 sul Gap, organizzata dal dottor Rabboni nell’ambito della rassegna “La fatica di Sisifo”, a cui hanno partecipato, tra gli altri, Marco Nocchi, dirigente regionale per le dipendenze patologiche e Cinzia Grucci, dirigente del compartimento di Polizia Postale, che ha evidenziato le difficoltà nel contrastare il mercato illegale delle offerte per colpa di siti ingannatori, con sede in Italia ma collegati a società straniere irreperibili e le insidie connesse ai bonus gratuiti offerti dai siti di scommesse anche agli adolescenti, che peraltro si espongono al rischio di essere adescati nelle chat da adulti. Nella rete di azione comune, fondamentale è il ruolo del Dipartimento Dipendenze Patologiche in termini di prevenzione («il gioco non va demonizzato ma bisogna sensibilizzare i giovani ad adottare condotte consapevoli», sottolinea Rabboni), trattamento terapeutico ambulatoriale e trattamenti riabilitativi che includono i fine settimana residenziali (in sostituzione delle comunità) e l’assistenza di un educatore a domicilio. 
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