No-vax convinto muore a 70 anni. In rianimazione a Torrette ci sono altri cinque con le vite sospese, tre non sono vaccinati. Ed ora è corsa alla dose

No-vax convinto muore a 70 anni. In rianimazione a Torrette ci sono altri cinque con le vite sospese, tre non sono vaccinati. Ed ora è corsa alla dose
No-vax convinto muore a 70 anni. In rianimazione a Torrette ci sono altri cinque con le vite sospese, tre non sono vaccinati. Ed ora è corsa alla dose
di Maria Cristina Benedetti
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Venerdì 19 Novembre 2021, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 10:00

ANCONA - Ha sfidato il destino. Era un no vax convinto e un fumatore spinto il settantenne di Senigallia morto mercoledì, sfinito dal Covid, nella terapia intensiva di Torrette. Qualche giorno prima Andrea Giacometti, primario della clinica di Malattie infettive, s’era dovuto arrendere alla gravità delle sue condizioni e l’aveva trasferito in rianimazione. Un passaggio in extremis che tuttavia s’è rivelato inutile.

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In quel reparto, guidato da Abele Donati, ora sono rimasti in cinque a lottare: tre non vaccinati, gli altri due sì. Vite sospese, le loro. Nei letti in regime ordinario, dedicati alla cura della malattia quando è meno aggressiva, sono invece in diciotto: cinque hanno voltato le spalle alla profilassi, 13 no. Continua a resistere, nella rianimazione del Salesi, al Coronavirus e alle altre patologie che l’affliggono, la ragazzina di 13 anni non vaccinata. La gravità delle sue condizioni non accenna ad affievolirsi. Un’altra giovane donna, positiva anche lei e non coperta dalla profilassi, che ha partorito martedì scorso, è sempre lì, al pediatrico, a difendersi. 


L’emergenza 
Il volto meno duro della stessa medaglia lo mostra Susanna Contucci.

La responsabile del punto di prima emergenza di via Conca, per scaramanzia, quasi lo sussurra: «Al Pronto soccorso la tensione s’allenta. Per ora stiamo vivendo una buona situazione». Incrocia le dita e va nei dettagli: «È diminuito, da tre, quattro giorni, il numero degli accessi. L’ultimo contagiato passato di qui, e ricoverato, risale a martedì scorso. Sabato la stessa sorte era toccata a due anziani». Non tralascia i particolari sul metodo: «Da noi poi non si parla mai di casi sospetti, ma di certezze dovute alla prova del tampone molecolare che eseguiamo su chi arriva». Sulla forza dei vaccini non ha dubbi. «È assoluta. Da giugno a oggi i pazienti positivi giunti qui sono soprattutto non immunizzati». Ribadisce, con tutta la determinazione che può: «La profilassi serve». 


I numeri 
La lotta non si ferma. I numeri ne sono la conferma sul campo. A Torrette ieri sono state somministrate 408 dosi: 24 prime, 27 seconde e 357 terze. Al Paolinelli, l’hub della Baraccola, sono state inoculate 550 pozioni anti-Covid e 60 antinfluenzali. Una corsa contro il tempo e i rigurgiti del virus che, da lunedì, sarà più vigorosa: dalle 10 potranno prenotare la terza dose anche gli over 40 che abbiano effettuato la seconda da almeno sei mesi. I responsabili dei centri procedono al motto: mai senza appuntamento. Vale sempre il principio: regolamentare, per governare la pandemia. Sono ancora le cifre a dettare il percorso obbligato: il numero più alto di contagi, secondo l’ultimo bollettino del Servizio Salute della Regione, è in provincia di Pesaro Urbino con 85 casi, seguito da quella di Ancona con 83. Abbassare la guardia, mai. 

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