Arcevia, sparisce da casa il quadro autografato dal Duce. Poi finisce all’asta: in due a giudizio

Arcevia, sparisce da casa il quadro autografato dal Duce. Poi finisce all’asta: in due a giudizio
Arcevia, sparisce da casa il quadro autografato dal Duce. Poi finisce all’asta: in due a giudizio
di Federica Serfilippi
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Martedì 13 Giugno 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 11:08

ARCEVIA Sparisce da casa un quadro sulla Marcia su Roma autografato da Mussolini: in due finiscono nei guai per ricettazione. Il processo è stato incardinato ieri mattina davanti al giudice Tiziana Fancello, con l’audizione dei primi testimoni. Alla sbarra ci sono due jesini, di 43 e 38 anni, che respingono le contestazioni mosse dalla procura. Le indagini risalgono all’estate del 2019, quando i proprietari dell’immobile (sono più famiglie) si erano accorti del furto di una litografia ritraente la Marcia su Roma con il Duce in bella vista. 


La testimonianza

La casa, situata ad Arcevia, «non presentava segni di scasso» ha detto ieri una delle proprietarie, aggiungendo che «avevamo ritrovato la cornice sotto un letto.

Non era stato portato via null’altro, se non un libro». La denuncia era stata sporta dai carabinieri della stazione di Arcevia. Qualche settimana dopo, uno dei proprietari, sfogliando le pagine del web, si era imbattuto su un’asta online dove era stato messo in vendita il quadro. Il prezzo partiva da 800 euro. Immediatamente, riconoscendolo come di loro proprietà («l’opera presentava una macchia d’umidità ed altri particolari»), era partita la segnalazione ai carabinieri di Arcevia, i quali avevano interessato i colleghi del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale. 

L’accertamento

I militari, tramite i dovuti accertamenti, erano risaliti all’account del venditore che aveva esposto sul web la litografia, stringendo il cerchio attorno al 43enne jesino. La perquisizione a casa dell’imputato aveva però dato esito negativo. Nessuna traccia del quadro. Lo stesso jesino, però, aveva collaborato per l’individuazione della persona che avrebbe potuto detenere il quadro. E, così, i carabinieri del TPC erano risaliti al 38enne, un hobbista che partecipa ai mercatini dell’usato. L’uomo deteneva l’opera simbolo del Ventennio fascista in un magazzino di Jesi. Aveva consegnato spontaneamente lui stesso il quadro agli investigatori. Quadro tornato in possesso dei legittimi proprietari un paio di anni dopo e riconducibile a loro grazie a quelle piccole imperfezioni, tra cui la macchia d’umidità. 

La difesa

Stando a un testimone della difesa, l’opera era stata acquistata dal 38enne hobbista in un mercatino dell’usato, per circa 350 euro. Ovviamente, senza alcun tipo di dolo e non sapendo che l’opera era stata oggetto di furto. Il processo è stato rinviato all’11 dicembre. La coppia di jesini è difesa dagli avvocati Carlo Mocchegiani e Marco Cercaci. 

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