«Vieni a casa mia». E scatta la trappola. Ancona, abusi sulla ex: camionista condannato

«Vieni a casa mia». E scatta la trappola. Ancona, abusi sulla ex: camionista condannato
«Vieni a casa mia». E scatta la trappola. Ancona, abusi sulla ex: camionista condannato
di Federica Serfilippi
3 Minuti di Lettura
Martedì 10 Ottobre 2023, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 07:42

ANCONA La relazione finisce dopo una breve frequentazione. Lei cerca di riavvicinarsi ma lui prima le spilla soldi e poi la violenta. È questa la base accusatoria che ieri ha portato alla condanna di un 40enne jesino, dallo scorso dicembre relegato ai domiciliari con il braccialetto elettronico. La pena stabilita dal gup Francesca De Palma: cinque anni e quattro mesi di reclusione, in abbreviato. L’uomo, difeso dall’avvocato Federico Liuti, doveva rispondere di una doppia imputazione: violenza sessuale e lesioni personali. Vittima, la ragazza falconarese di 20 anni con cui aveva avuto una storia nei mesi precedenti. Si era costituita parte civile con l’avvocato Alessandro Scaloni


La denuncia

L’indagine della Squadra Mobile era scattata lo scorso inverno dopo la denuncia sporta dalla ragazza, che sosteneva di essere stata abusata dall’uomo con cui l’estate precedente aveva avuto una breve relazione.

L’episodio preso in esame dalla procura si riferiva all’ottobre del 2022. Da quanto ricostruito nella fase investigativa, gli abusi denunciati dalla ragazza si collocano all’interno una relazione complessa e di implicazioni emotive che hanno condizionato la vittima. 

La ricostruzione

La giovane, dopo aver vissuto nell’ultima estate una breve relazione con lo jesino, non avrebbe infatti accettato la fine della storia. Una rottura decisa dal 40enne, con un lavoro saltuario da autotrasportatore e all’epoca disoccupato. La vittima - sempre secondo quanto ricostruito - avrebbe però cercato di riavvicinarsi all’ex , assecondando le sue richieste. È in questa maniera che lui si sarebbe approfittato della giovane, chiedendole dei soldi. Nel corso del riavvicinamento tra la coppia, l’uomo - che aveva bisogno di un aiuto perché in quel momento non stava lavorando - avrebbe incassato circa 500 euro dalla 20enne. I soldi sarebbero stati elargiti in diverse tranche. Da specificare che all’imputato non è mai stato contestato il reato estorsivo: il denaro sarebbe stato consegnato spontaneamente dalla ragazza, per aiutare in quel momento l’ex in difficoltà. Questo il contesto ricostruito dalla procura in merito alla violenza: l’uomo avrebbe invitato insistentemente l’ex a salire a casa sua e qui l’avrebbe costretta a subire abusi sessuali, nonostante il dissenso della giovane. Lei, nel tentativo di difendersi, aveva subito delle ecchimosi alle cosce e a una spalla. Di qui, la contestazione delle lesioni personali. 

La difesa

L’imputato ha sempre rigettato ogni accusa, tanto che dopo la lettura delle motivazioni della sentenza ricorrerà in appello. Non ci sarebbe stata alcuna violenza, bensì un rapporto consensuale. La denuncia della ragazza sarebbe stata una sorta di vendetta per far pagare al 40enne la decisione di troncare la relazione affettiva.

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