Ancona, una pistola e droga per dieci milioni alla Baraccola: patteggia il corriere con il visto turistico

Una pistola e droga per dieci milioni: patteggia il corriere con il visto turistico
Una pistola e droga per dieci milioni: patteggia il corriere con il visto turistico
di Federica Serfilippi
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Venerdì 29 Settembre 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 15:19

ANCONA Era stato arrestato dai carabinieri nel settembre dello scorso anno con un carico composto da eroina e cocaina: 42 chili in tutto, per un valore commerciale di circa dieci milioni di euro. Nel nascondiglio della Baraccola, i militari avevano anche trovato una pistola con il relativo caricatore.

 
L’operazione


 


A un anno dalla maxi operazione che aveva bloccato il carico di droga, si è chiuso il procedimento a carico del narcotrafficante, un albanese di 33 anni.

L’uomo, difeso dall’avvocato Massimiliano Orrù, ha patteggiato cinque anni di reclusione. Attualmente sta scontando i domiciliari in una comunità di Rimini, che si occupa, tra le altre cose, di emarginazione, dipendenze e disabilità. Il patteggiamento, dopo l’ok dato dalla procura, è stato varato dal gup Francesca De Palma. 

La pedina


Stando a quanto ipotizzato, l’uomo, commerciante di auto e in Italia grazie al visto turistico, sarebbe stata la pedina di un sistema criminale a cui stava dando la caccia la Guardia di Finanza di Brescia, coordinata dalla procura distrettuale antimafia. Il 33enne era stato fermato dai carabinieri di Ancona mentre transitava a bordo della sua Golf in via Albertini. Sotto il sedile c’era un involucro contenente un chilo di cocaina. La perquisizione era stata estesa a un appartamento, in via I Maggio, che il 33enne aveva affittato da pochi mesi e adibito a laboratorio dello spaccio. Nell’abitazione i militari avevano rinvenuto 41 chili di droga, bilancini di precisione, poco più di un migliaio di euro in contanti, e una pistola con il relativo caricatore. 


Pare che l’ albanese si spostasse dal suo paese verso l’Italia attraverso le navi traghetto almeno due volte all’anno e grazie ai visti turistici. Il 33enne faceva base a Civitanova, con delle incursioni nel capoluogo marchigiano, dove era nascosto il tesoretto bianco che, se immesso sul mercato, avrebbe potuto fruttare circa dieci milioni di euro. Anche l’alloggio di Civitanova era stato perquisito, dando esito negativo. 

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