ANCONA - Cinque mesi di indagini serrate, tra l’analisi di profili social e l’audizione di vari testimoni. Alla fine, il cerchio si è ristretto attorno a un ragazzo di 17 anni, di origine tunisina, residente ad Ancona e volto noto alle forze dell’ordine. Per la procura minorile, è lui il responsabile dell’aggressione avvenuta lo scorso 4 dicembre alla fermata del bus di piazza Ugo Bassi. A farne le spese era stato il figlio 17enne della mamma coraggio, Patrizia Guerra.
Il giovane era stato massacrato di botte ed era finito in ospedale con il naso fratturato e contusioni varie. Per l’episodio di violenza, su disposizione del gip del Tribunale dei Minorenni, che ha firmato l’ordinanza cautelare, è stato arrestato e portato in comunità il 17enne tunisino. Deve rispondere di lesioni aggravate. L’inchiesta, coordinata dalla procuratrice Giovanna Lebboroni, è stata portata avanti dai carabinieri della Stazione Principale della Montagnola.
Le testimonianze
Fondamentali sono stati i dettagli raccontati da alcuni testimoni dell’aggressione per far finire in manette il giovane tunisino. Anche i social avrebbero dato una grande mano agli investigatori affinché i contorni dell’inchiesta fossero via via meno offuscati. Proprio attraverso la rete, stando a quanto emerso, il giovane sarebbe stato riconosciuto da alcune persone che aveva assistito al pestaggio.
Gli altrI ragazzi
A febbraio è stato arrestato un 17enne nigeriano accusato di aver rapinato – era settembre 2012 – nei bagni di piazza Roma il figlio di Patrizia. Recentemente, il giudice gli ha concesso una messa alla prova di due anni da passare in comunità. E ancora, 10 mesi di Map, sono stati validati per tre ragazzi che alla Notte Bianca del 2019 avevano minacciato e percosso dei loro coetanei: anche in quel caso, parte offesa era il figlio della mamma coraggio.