ANCONA - L’essenza di AnconaLab e delle tecnologie avanzate che lo abitano. Con l'evidenza della scienza, nell'ateneo dorico è stata ribadita la minaccia degli inquinanti per la salute dell’uomo. Per la prima volta, nei laboratori di Torrette, è stata individuata la presenza di micro e nano-plastiche nelle placche aterosclerotiche umane, che raddoppiano il rischio di infarto e ictus. La paternità dello studio, pubblicato ieri su “The New England Journal of Medicine”, è dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” in collaborazione con l'Harvard Medical School di Boston, l’Ircss Multimedica Milano, le università Politecnica, Sapienza e Salerno, e I'Ircss Inrca del capoluogo marchigiano.Uno scatto della conoscenza reso possibile dall'uso della nuova strumentazione acquisita dal dipartimento di Scienze Biomediche e Sanità Pubblica, targato Univpm, con i fondi destinati alle eccellenze.
La prova
È l’ipotesi che si ammanta di certezza.
«Per la prima volta in assoluto - spiega il ricercatore del dipartimento di Scienze Cliniche e Molecolari di Medicina di Univpm - utilizzando una tecnica innovativa messa a punto da noi, abbiamo potuto visualizzare nano-plastiche in materiale umano e localizzarle, con precisione, in comparti anatomici ben definiti». La collega Laura Graciotti, di Scienze Biomediche e Sanità Pubblica, e responsabile del centro Clem, ribadisce il valore fondante dei nuovi strumenti. «In futuro – è la sua convinzione - potrebbero servire per analisi in altri comparti o differenti patologie».
Il rettore
La sintesi che sottende al traguardo raggiunto spetta al rettore, Gian Luca Gregori: «Uno degli obiettivi delle università è la ricerca, fortemente collegata alla didattica e alla Terza Missione. Il suo ruolo è determinante per il territorio e per la comunità, generando un impatto dal punto di vista sociale, economico e per la salute e il benessere delle persone». L'essenza di AnconaLab.