ANCONA - «Papà, papà…». Cento volte pronunciato invano il nome più bello che un uomo possa avere sulle labbra di un figlio. Ma quel padre così attento e premuroso, così forte e coraggioso, l’eroe che con la divisa indosso usciva per salvare la vita alle persone e combattere contro il fuoco, stavolta non rispondeva alle grida disperate di suo figlio.
E’ una tragedia che toglie il fiato quella consumata ieri nel primo pomeriggio e che ha strappato Andrea Giachi, 48 anni, padre, marito e pompiere, all’amore della sua famiglia e al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco di cui faceva orgogliosamente parte dal 1992 insieme al fratello Daniele e al padre.
La tragedia, inspiegabile, ieri verso le 14 nell’area delle stalle dell’Agriturismo “L’Antigo Granaro”, in contrada San Luigi 108 di Gallignano, frazione di Ancona.
In quei concitati minuti, anche i sanitari hanno tentato di strappare Giachi alla morte. Cinquanta minuti di tecnica, di preghiere e di coraggio, ma è stato tutto inutile. Andrea non ha ripreso i sensi, tradito forse da un arresto cardiaco o da un’emorragia cerebrale. Sarà l’autopsia a chiarire le cause del decesso. E mentre i sanitari erano costretti ad arrendersi, sul posto arrivavano i familiari e tantissimi amici. Scene strazianti di un dolore incontenibile, esploso in lacrime e rabbia. Inaccettabile quanto incomprensibile per chi lo amava, un distacco così improvviso. I sanitari hanno soccorso la famiglia con dei calmanti, intanto sono stati anche allertati i Carabinieri, intervenuti per accertare la tragedia. La notizia si è sparsa velocemente ad Ancona, dove Andrea viveva con la famiglia nella frazione di Candia e dove abita il fratello Daniele, anche lui Vigile del fuoco e noto cestista, con un importante trascorso nella Stamura basket (ne era stato anche il capitano per un lungo periodo) e ora militante nella Robur Osimo.
Lo sport come seconda pelle per entrambi, solo che Andrea, tifosissimo rossonero fin da piccolo, anni fa si era dilettato a giocare a “calcio a 5” a un discreto livello. Una vita sana, dinamica, un fisico robusto e continui controlli rendono impossibile ora accettare questa tragedia. Sotto choc la moglie Mina e il figlio Christian, che guardava al suo forte papà come a un eroe, immaginando chissà di essere un domani anche lui un vigile del fuoco come il padre, lo zio e il nonno Sergio ora in pensione. Nella famiglia Giachi quella divisa, l’elmo e i guanti dei vigili del fuoco sono stati indossati per generazioni con orgoglio, senso del dovere e dedizione. Oggi, anche la grande famiglia che è il Corpo Nazionale formato da uomini coraggiosi, mariti e padri, è in lutto. La salma è stata trasferita all’istituto di medicina legale di Torrette per gli accertamenti anatomopatologici.