Spese facili in Regione, processo da rifare. Annullate le condanne a Spacca e Bugaro

Spese facili in Regione, processo da rifare. Annullate le condanne a Spacca e Bugaro
Spese facili in Regione, processo da rifare. Annullate le condanne a Spacca e Bugaro
di Federica Serfilippi
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Giovedì 9 Febbraio 2023, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 16:51

ANCONA Non c’è fine ai colpi di scena scaturiti dal procedimento sulle cosiddette Spese Facili degli ex consiglieri regionali. Ieri, la Corte di Cassazione ha annullato le sentenze di condanna per Giacomo Bugaro e Gian Mario Spacca. L’ex presidente dell’assemblea legislativa e l’ex governatore delle Marche erano stati condannati nell’ottobre del 2021 dalla Corte d’Appello di Perugia: un anno e otto mesi a Spacca e un anno e mezzo a Bugaro (all’epoca Pdl). Era stata concessa la sospensione condizionale della pena. 

Il nuovo capitolo

Con la decisione di ieri, il procedimento per peculato si sposterà in un altro tribunale ancora: la Corte d’Appello di Firenze, chiamata a vagliare le posizioni dei due ex politici, che procedevano con l’abbreviato. Al tribunale di Ancona è ancora in corso il processo per 55 ex consiglieri che hanno deciso di procedere con l’ordinario.
Quello delle Spese Facili è un procedimento travagliato.

In un primo momento, infatti, il gup Francesca Zagoreo aveva decretato nel settembre del 2016 il non luogo a procedere per gli ex consiglieri per cui era stato chiesto il rinvio a giudizio. Agli imputati veniva contestato l’utilizzato di fondi pubblici non per le attività istituzionali che ricoprivano ma per spese private come pranzi, cene, trasporti e consulenze tra il 2008 e il 2012. La procura aveva impugnato il verdetto e il procedimento era finito in Corte di Cassazione.

I riti abbreviati

A Roma i giudici avevano annullato il dispositivo del gup, facendo di fatto ricominciare l’udienza preliminare. Da lì, 55 rinvii a giudizio e cinque riti abbreviati: Acquaroli, Benatti, Mollaroli, Zinni e Rocchi. Il primo era stato assolto, gli altri quattro condannati.  Discorso a parte per chi, fin dall’inizio (ovvero dalla prima udienza preliminare del 2016), aveva deciso di procedere con l’abbreviato. Si tratta di Giacomo Bugaro (ex Pdl), l’ex governatore Gian Mario Spacca, Oscar Roberto Ricci (Pd) e Francesco Comi (Pd). In questa tranche la Corte d’Appello di Perugia aveva deciso così: assolti Comi e Ricci, condannati Bugaro e Spacca, ma solo per alcuni capi di imputazione per un irrisorio valore di spese contestate. Lo scorso settembre è arrivato un altro ribaltone per chi, nella seconda tranche, aveva deciso di procedere con l’abbreviato. Il procedimento si è concluso per Mollaroli, Benatti, Zinni e Rocchi. Per le prime due è stata decretata l’assoluzione perché il fatto non sussiste, mentre per Zinni perché il fatto non costituisce reato. Nei confronti di Rocchi, invece, sono cadute le accuse per sopravvenuta prescrizione. Ora, un nuovo capitolo, a Firenze per Spacca e Bugaro. L’avvocato Maurizio Barbieri, che difende Bugaro: «Non avendo contezza della motivazione non posso entrare nel merito, ma resta la mia felicità per la persona Bugaro che non meritava questo calvario».
 

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