Ancona, non ci fu alcuna corruzione
Assolto l'ex direttore dell'Ars Bordoni

Il dottor Enrico Bordoni, ex direttore dell'Ars
Il dottor Enrico Bordoni, ex direttore dell'Ars
di Lorenzo Sconocchini
2 Minuti di Lettura
Sabato 20 Maggio 2017, 17:02
ANCONA -  Altro che corruzione o scambio di favori: i seimila euro versati dalla ditta Sandoz servirono per una sperimentazione all’Inrca, con tanto di via libera del comitato etico. Tra il dottor Enrico Bordoni e la casa farmaceutica non ci fu nessun rapporto opaco e dunque il medico maceratese, 62 anni, ex direttore dell’Agenzia regionale sanitaria delle Marche, è stato assolto con formula piena insieme ad altri 36 tra medici e informatori sanitari.
In 37 erano stati rinviati a giudizio nell’aprile di un anno fa dopo un’indagine dei Nas basata su intercettazioni telefoniche che non hanno retto alla prova del dibattimento: colloqui fraintesi e sospetti non riscontrati avevano portato a scambiare per mazzette quelle che in realtà erano contributi per la ricerca. Alla fine è stata la stessa Procura della repubblica, condividendo in pieno la tesi difensiva, a richiedere l’assoluzione con formula piena dei 37 imputati di corruzione, falso e frode al servizio sanitario nazionale per fatti del 2008-‘09. Giovedì il tribunale di Busto Arsizio ha pronunciato il verdetto e il dottor Enrico Bordoni, assistito dagli avvocati Nadia Alecci del foro di Milano e Mario Scaloni di Ancona, è stato assolto “perché il fatto non sussiste”.

L’ex direttore Ars, oggi primario di Nefrologia all’Inrca di Ancona, si era dimesso dal suo incarico al vertice dell’agenzia regionale l’11 maggio 2016, poco dopo aver ricevuto notizia del rinvio a giudizio: «Ho rinunciato al mio incarico - commenta oggi il noto nefrologo - per non creare problemi alla giunta regionale, pur essendo consapevole di non aver fatto nulla di quanto mi veniva contestato. Sono rimasto in silenzio per tutto questo tempo», spiega il dottor Bordoni, ricordando che un anno fa di questi tempi, dopo il rinvio a giudizio, passava il messaggio «che io fossi una persona senza scrupoli». «Sono rimasto profondamente amareggiato - commenta dopo l’assoluzione -, ma sono convinto che la migliore risposta sia questa sentenza che ristabilisce la verità riguardo alla mia persona».

La somministrazione di farmaci Epo era stata offerta gratuitamente dall’azienda, come previsto in caso di sperimentazioni, e la stessa Sandoz aveva effettuato una donazione di 6.000 euro all’Inrca. Soldi finiti non certo nelle tasche di Bordoni ma nelle casse dell’Istituto, che tra le sue missioni ha proprio la ricerca, per una sperimentazione che aveva coinvolto 1.400 pazienti in tutta Europa. «Una sperimentazione dunque - fa notare la difesa del primario - che era stata eseguita in perfetto accordo con il dovere istituzionale di un istituto di ricerca e che ha consentito un notevole risparmio per il sistema sanitario regionale».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA