Scritte horror, assoluzione per i tre writer. E ora chi paga per quegli sfregi ad Ancona?

Scritte horror, assoluzione per i tre writer. E ora chi paga per quegli sfregi?
Scritte horror, assoluzione per i tre writer. E ora chi paga per quegli sfregi?
di Federica Serfilippi
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Martedì 26 Settembre 2023, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 14:04

ANCONA Tre assoluzioni: una per non aver commesso il reato, due per la particolare tenuità del fatto contestato. È finito senza la determinazione di alcuna responsabilità il processo incardinato nei confronti di tre presunti writer, ragazzi anconetani di età compresa tra i 23 i 28 anni. Dovevano tutti rispondere di deturpamento e imbrattamento di cose altrui. Nel mirino erano finite panchine, immobili ma anche monumenti, come l’area dei Rinoceronti di piazza Pertini. Non aveva trovato scampo nemmeno il muro esterno della Corte dei Conti. 

 
L’inchiesta

L’indagine, coordinata dalla polizia locale, era scattata nel 2019 dopo le varie segnalazioni - riportate anche dal nostro giornale - sull’invasione di scritte horror in buona parte della città: dal Passetto a piazza Cavour passando per il Piano.

I tre erano stati identificati incrociando i tag che lasciavano sui muri e i loro post sui social. Una sorta di pubblicità sul web per mostrare le loro opere. Il 26enne difeso dall’avvocato Giacomo Girombelli si autografava come “Siter”: era accusato di aver imbrattato i portici di piazza Cavour, facciate sottoposte a vincolo storico in piazza del Papa e via Beccheria, quelle della biblioteca Benincasa e della corte dei Conti, ma la sua firma era stata trovata anche su edifici in corso Stamira, in via Lanzi, in piazza Ugo Bassi, in via Birarelli e in via Magenta. L’amico 23enne (difeso dall’avvocato Antonella Devoli) che si firmava “Guse”, avrebbe imbrattato le pareti attorno alla statua dei Rinoceronti di piazza Pertini e facciate di via Curtatone e largo Donatori del Sangue.


Le difese


Il tag “Suma”, invece, per gli inquirenti è riconducibile al terzo imputato, il 28enne assistito dal legale Filippo Caporalini. Anche lui avrebbe lasciato il segno nell’area della Mater Amabilis, ma anche edifici in via Curtatone, a Tavernelle e in via Marconi. Nei confronti del 28enne è arrivata l’assoluzione con formula piena, per gli altri per la tenuità del fatto, che scatta solo per determinati reati, quando l’offesa non è giudicata di particolare gravità e il comportamento non risulta abituale. Per le difese si è trattato di un processo indiziario: i tre non sarebbero mai stati pizzicati nella flagranza del reato e non c’è certezza che quei tag appartenessero agli imputati. I tre ragazzi, attualmente, studiano all’università o hanno intrapreso un percorso lavorativo. Per il reato contestato rischiavano fino a un anno di reclusione e il pagamento di una multa da mille a 3mila euro. Le motivazioni della sentenza emessa dal giudice Lamberto Giusti si potranno leggere entro 76 giorni. 


Il degrado


Capitolo penale chiuso. Rimane però aperto il libro mastro del degrado lasciato dai graffiti e dalla scritte. Con una domanda di fondo: ma ora chi paga per far tornare il decoro in città? E soprattutto, tralasciando l’aspetto penale e il caso specifico: chi punisce i writer? 


 

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