Scritte e guano, portici-vergogna ad Ancona: il patto con i privati è in stand-by. Piazza Cavour, ora basta annunci

Scritte e guano, portici-vergogna: il patto con i privati è in stand-by. Piazza Cavour, ora basta annunci
Scritte e guano, portici-vergogna: il patto con i privati è in stand-by. Piazza Cavour, ora basta annunci
di Stefano Rispoli
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 24 Gennaio 2024, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 07:09

ANCONA  - Il sole tiepido che riscalda una gelida mattina di gennaio penetra dalle arcate scrostate e fa brillare lo scempio. Una triste incredulità pervade lo sguardo di chi inciampa negli orrori di un angolo di città così importante eppure abbandonato a se stesso. Un odore acre di piccioni permea l’aria, mentre dall’alto piovono piume ed escrementi: gli spuntoni di ferro, distorti e arrugginiti, sono diventati un comodo rifugio per nidificare.

Tutt’attorno, le colonne color ocra, sverniciate da decenni d’incuria al punto da far trasparire gli antichi mattoni, sono lavagne vergognose su cui i writer si sono esercitati nel tempo, senza che nessuno sia riuscito a fermarli: artisti del degrado, impuniti anche per lo zampino di una giustizia (troppo) tenera che, talvolta, preferisce chiudere un occhio, o tutti e due, come nel caso del graffitaro seriale processato dopo anni di indagini e poi assolto per tenuità del fatto.

Come se imbrattare muri, a spese della collettività, non sia un reato rilevante. 


La battaglia 


La sbandierata battaglia per il decoro dovrebbe ripartire da qui, dai maltrattati portici di piazza Cavour. Non domani, ma subito. Non è più tempo di promesse. A 8 mesi dall’elezione del nuovo sindaco, è scoccata l’ora del fare. Serve una svolta per restituire luce e dignità ad un luogo caratteristico, una delle cartoline della città, dalle mille potenzialità calpestate. «Rifaremo i portici in stile Bologna» aveva annunciato in campagna elettorale Daniele Silvetti. Magari il Comune si riuscisse ad avvicinarsi anche solo lontanamente alla realtà felsinea. Ecco, una delle sfide che rafforzerebbe il gradimento degli anconetani per il sindaco è proprio questa: centrare l’obiettivo che la precedente Amministrazione ha toppato. Ripulire i portici: facile a dirsi, più difficile a farsi. Perché quando ci si mette la burocrazia anche cose banali, come tinteggiare un portico, diventano un Everest da scalare. 


Le trattative


Dove siamo rimasti? Ad una bozza di convenzione che faticosamente due consiglieri comunali di maggioranza, Carla Mazzanti (Fratelli d’Italia) e Teodoro Buontempo (Ancona Protagonista) stanno provando a delineare. Mesi fa hanno preso contatto con i commercianti che operano all’ombra di quelle indecorose arcate, con la dirigenza dei lavori pubblici e con gli amministratori di condominio degli edifici che si affacciano su piazza Cavour, là dove s’innesta corso Garibaldi, la via dello shopping per eccellenza. L’obiettivo è raggiungere un’intesa sulla valorizzazione e sulla pulizia dei portici. Quando ci sono di mezzo i soldi e gli interessi di più parti, mettere d’accordo tutti non è semplice.

Basti pensare ai contenziosi scoppiati quando la giunta Mancinelli provò ad installare, in via sperimentale, una rete anti-piccioni: a qualche condomino dava fastidio perché rovinava la visuale. In ogni caso, il Comune può e deve fare di più, se non altro perché sotto i portici-horror esiste un passaggio di uso pubblico. Una convenzione è stata stipulata per la Galleria Dorica, che ne ha subito tratto giovamento grazie a un’opera di pulizia generale delle colonne: perché non vale lo stesso per piazza Cavour? Mesi di trattative, per ora, hanno prodotto solo un insopportabile stallo, eccezion fatta per una piccola porzione di portici, lato corso Mazzini, che è stata ristrutturata in autonomia dai privati. Ma tre quarti delle facciate giacciono in un pietoso stato di incuria. Cari avvocati, notai e commercialisti che avete lo studio affacciato su piazza Cavour, va tutto bene così? 

© RIPRODUZIONE RISERVATA