Ancona, sciopero all'Ikea
Di fronte ressa per Expert

Lo sciopero dei 170 dipendenti di Ikea
Lo sciopero dei 170 dipendenti di Ikea
2 Minuti di Lettura
Sabato 11 Luglio 2015, 21:38 - Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 19:23
ANCONA - C’è chi sciopera. E chi non ha un attimo di respiro per accontentare tutti i clienti. Contraddizioni sociali, segno dei tempi che cambiano e della crisi che incombe. Da una parte c’è il colosso Ikea, che ha aperto a ranghi ridotti perché i dipendenti hanno deciso di incrociare le braccia. Proprio di fronte c’è il nuovo Expert store che ha inaugurato ieri, tra l’altro con la campagna “sottocosto”: alle 7,30 del mattino c’erano decine di clienti in fila per la caccia all’occasione ha prevalso sul richiamo del mare.

All’Ikea, invece, il clima è tutt’altro che festoso. “Le domeniche non le svendiamo” e “i diritti non si smontano”, erano gli slogan che campeggiavano sui cartelli affissi all'ingresso di Ikea dove i dipendenti (circa 170) hanno aderito allo sciopero nazionale proclamato da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil contro la disdetta del contratto integrativo da parte dell'azienda. Oltre 60 co-workers sono rimasti in sit-in davanti al negozio - che ha aperto i battenti a ranghi ridottissimi - con bandiere, fischietti e volantini distribuiti ai clienti. I manifestanti hanno anche fatto un giro del negozio. “Lo sciopero non è per difendere privilegi - ha spiegato Joice Moscatelli, Filcams-Cgil - ma il salario dei lavoratori che viene messo a rischio dalle richieste dell'azienda di intervenire sulle maggiorazioni domenicali, che per i lavoratori Ikea rappresentano una parte fondamentale, e sul premio fisso determinato da 20 anni di contrattazione. Abbiamo proposto una trattativa aperta con l'azienda che però ha ostacolato la nostra disponibilità mettendo il veto della minaccia di disdetta del contratto integrativo che potrebbe diventare efficace a settembre”. I sindacati chiedono di “ritirare la disdetta” e una “trattativa aperta con il sindacato come ha fatto in 20 anni”. Altro elemento criticato dai sindacati è la politica dell'azienda di espansione in Italia: “La proliferazione di nuovi negozi - ha detto Marco Paglialunga, Fisascat-Cisl - mette in difficoltà quelli esistenti” per incassi e numero di addetti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA