I promoter della movida: «Meno burocrazia e più eventi, pronti a entrare in campo»

I promoter della movida: «Meno burocrazia e più eventi, pronti a entrare in campo»
I promoter della movida: «Meno burocrazia e più eventi, pronti a entrare in campo»
di Antonio Pio Guerra
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Venerdì 8 Settembre 2023, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 15:25

ANCONA - Una città più pop e meno burocratica per riportare il capoluogo al centro del business della notte. È la ricetta suggerita dagli imprenditori del settore, entusiasti dopo il successo della Festa del mare e pronti a tornare ad investire sulla città dorica. Ma a quali condizioni? «Ci vogliono iniziative che coinvolgano la cittadinanza» esordisce Cristiano Ferri, ora ristoratore a Senigallia ma già patron del Rio Club di Marinadorica. «Come possiamo pretendere che la gente venga ad Ancona e paghi un biglietto per entrare nei locali se poi mancano eventi di piazza o un giro di persone» spiega Franco Corelli, titolare dell’ex Naif in via del Castellano. 


Il circolo vizioso


La logica regge: se mancano gli eventi, allora la città si svuota. E se la città si svuota, soprattutto di ragazzi, gli imprenditori scappano. «Ancona non può non avere ogni fine settimana un’iniziativa che inviti la gente ad uscire» è la provocazione di Alessandro Sartarelli, che con la sua Eventi Divertenti organizza feste e spettacoli in tutte le Marche. «In questi anni è mancato un investimento serio verso lo spettacolo» è la critica che Corelli lancia alla precedente amministrazione. «Le loro iniziative erano troppo di nicchia, sono mancati i classici eventi di piazza del Primo maggio o di Capodanno.

La gente vuole la musica che ascolta in radio» prosegue. E ancora: «Guardate Elettra Lamborghini a Porto Sant’Elpidio che successo ha avuto. Immaginate un evento simile in piazza Cavour?». Ma lo hanno dimostrato anche i Tiromancino, che sabato scorso hanno riempito il Passetto con un fiume di oltre diecimila persone. «Erano anni che non vedevo Ancona così viva» dice quasi emozionandosi Ferri. 


L’offerta mancante


Tutto questo per trovare una risposta alla domanda: perché venire ad Ancona? Una risposta che, almeno secondo gli operatori, oggi nessuno sarebbe in grado di dare. «Che ci vengono a fare se nei paesini limitrofi ci sono il doppio delle occasioni» è la stoccata di Corelli, chiaramente riferita a realtà come Sirolo, Numana o la stessa Senigallia. Eventi che potrebbero organizzare anche gli stessi imprenditori, a patto però che non si tenti in ogni modo di mettergli i bastoni tra le ruote. «Come fa un imprenditore ad investire in una città dove ti fanno la guerra per una console montata e senza ancora il dj?» si chiede Sartarelli. «Sono mancati una vera progettualità e la necessaria piattaforma di servizi a supporto degli operatori» lamenta il patron di Eventi Divertenti. Ora però si guarda al futuro, con speranza. «Io non vedo l’ora di riaprire ad Ancona» conclude Ferri. «Qui si può lavorare, ma col supporto dell’Amministrazione» rilancia Sartarelli. E Corelli chiosa: «con Silvetti si parla già di notti bianche ed è questo genere di cose che fa vivere le città». 
 

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