Roghi nelle chiese e preti minacciati: sette mesi all'uomo che tenne sotto scacco la Diocesi per mesi

Roghi nelle chiese e preti minacciati: sette mesi all'uomo che tenne sotto scacco la Diocesi per mesi
Roghi nelle chiese e preti minacciati: sette mesi all'uomo che tenne sotto scacco la Diocesi per mesi
di Federica Serfilippi
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Martedì 14 Dicembre 2021, 09:35

ANCONA - Arcidiocesi sotto scacco per tre mesi, tra arredi delle chiese date alle fiamme e lettere minatorie inviate ai parroci. È stato condannato a sette mesi di reclusione il chiaravallese di 60 anni, denunciato dalla questura nel maggio 2018 dopo aver preso di mira (settembre-novembre 2017) vari luoghi di culto dell’Anconetano. Due i reati contestati all’imputato, difeso dall’avvocato Marco Flavio Torelli: danneggiamento continuato e minacce pluriaggravate dall’aver commesso il fatto contro un ministro di culto della chiesa cattolica e per discriminazione razziale. 

Le accuse

Il primo reato faceva riferimento ai vandalismi di fuoco perpetrati ai danni della chiesa di San Pietro Martire, del Santissimo Sacramento e di Santa Maria della Pietà. Il secondo era in relazione alle missive – con al centro il tema dell’accoglienza riservata ai migranti a scapito degli italiani in difficoltà - indirizzate a Don Aldo Pieroni, parroco di Camerano, e alle lettere aperta dall’allora vicario generale dell’Arcidiocesi. La sentenza di condanna è stata emessa ieri mattina dal giudice Lamberto Giusti, al termine di un dibattimento dove sono stati anche ascoltati i parroci risultati essere parti offese. Tutti hanno ritirato la querela nei confronti del 60enne, con alle spalle un impiego in centro pastorale della provincia anconetana. Il procedimento è comunque andato avanti d’ufficio. Alcuni preti hanno anche ricevuto delle lettere di scuse da parte dell’imputato. 
Per quanto riguarda i roghi, le fiamme erano state appiccate ai lenzuolini degli altari: il 4 settembre 2017 era toccato alla chiesa di San Pietro Martire, a Varano. Poi il 17 ottobre era stata la volta del Sacramento. Ultimo obiettivo, la chiesa delle Palombare, il 20 novembre. I danni erano stati minimi. Le minacce erano state soprattutto rivolte a Don Pieroni, lasciate nella cassetta della posta o sul messale della chiesa. «Veniamo nella tua parrocchia, vi diamo fuoco, bastardi, siamo tornati, viva Mussolini, bruciate vivi». E ancora: «Noi di Forza Nuova (che ha sempre preso le distanze dai fatti, ndr) diamo fuoco pure alla chiesa di Camerano». 
All’Arcidiocesi era arrivata una missiva contenente insulti ai preti che osavano aiutare «i necri di m… e marocchini e albanesi» al posto degli italiani. «Non l’ho mai incontrato personalmente – aveva detto don Aldo in udienza – ma nelle lettere mi ha scritto di essere pentito, di aver fatto quello che ha fatto perché pensava che io aiutassi gli stranieri e non gli italiani.

Mi ha confidato che fa fatica a vivere, è senza pensione, in una situazione di povertà». 

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