Ancona, sexy carezze durante il colloquio. Il tutor pesarese: «Cerco punti di contatto, seguo le teorie di Patch Adams». La vittima: «Mi ha toccato il sedere»

Ancona, sexy carezze durante il colloquio. Il tutor: «Cerco punti di contatto, seguo le teorie di Patch Adams». La vittima: «Mi ha toccato il sedere»
Ancona, sexy carezze durante il colloquio. Il tutor: «Cerco punti di contatto, seguo le teorie di Patch Adams». La vittima: «Mi ha toccato il sedere»
di Stefano Rispoli
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Venerdì 12 Gennaio 2024, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 07:21

ANCONA - «L’humour è l’antidoto per tutti i mali», sostiene Patch Adams, il medico statunitense fondatore del Gesundheit Insititute e ideatore della clownterapia. Dice di essersi ispirato alle sue teorie il tutor pesarese di 65 anni, a processo per violenza sessuale nei confronti di una 47enne anconetana. Ma lei era tutt’altro che ironica, ieri davanti al collegio penale presieduto dal giudice Francesca Grassi e al pm Irene Bilotta che l’ha ascoltata. Assistita dall’avvocato Laura Versace, la vittima, dipendente di un’azienda in campo alimentare, ha ripercorso i presunti abusi subiti durante un colloquio formativo.

Il racconto

Era il 27 agosto 2021.

Mentre nella sala riunioni venivano analizzati i risultati dei suoi test comportamentali programmati dall’azienda, il consulente esterno le avrebbe messo le mani addosso. «Mi diceva di stare tranquilla mentre mi mostrava i risultati nel computer, mi accarezzava la mano, eravamo seduti una accanto all’altro e di fronte c’era un suo collaboratore che poi si è allontanato per mezz’ora - ha raccontato la donna -. Mi ha messo una mano sul ginocchio e mentre mi chiedeva di mio padre, deceduto da pochi anni, continuava ad accarezzarmi. Dalla gamba è salito fino all’inguine e alla pancia, continuava a dire che dovevo rilassarmi, mentre io sono diventata rigida come un bastone, al punto che mi facevano male le cosce per quanto le stringevo. Poi mi ha preso la mano e me l’ha messa sulla sua coscia, invitandomi a scavallare le gambe. Stavo con il pugno chiuso, lui continuava a muoverla su e giù, vicino alle parti intime. A quel punto ho tolto il braccio e sono scappata. Mentre mi alzavo mi ha toccato il fondoschiena. Non so perché non me ne sono andata via prima, ancora oggi mi colpevolizzo». La donna ha spiegato ai giudici di essere rimasta traumatizzata da quell’episodio: «Sto attenta a qualunque uomo che si avvicina e mi tocca, non riesco più ad essere libera e sciolta». Il tutor, difeso dall’avvocato Mauro Mengucci, alla fine del colloquio l’avrebbe anche abbracciata e sollevata da terra.

«Con la mano di crea un'energia»

«Io abitualmente metto la mano sui punti di contatto del candidato - si è difeso ieri il 65enne, ascoltato dopo la deposizione della vittima -. Attraverso la mano si crea un’energia, senti subito se la persona è predisposta. Serve per tranquillizzarla. Siccome la candidata era chiusa a riccio, le ho dato un colpettino nella pancia per farla sentire a suo agio. Grazie a un’esperienza che ho fatto con Patch Adams a Rimini, ho capito che il contatto fisico è importante, per cui concludo ogni colloquio allargando le braccia: chi vuole, si avvicina per ricevere l’abbraccio ed essere sollevato da terra. Così faccio con tutti». Ma non con una collega della vittima, che nella sua testimonianza ha riferito di non essere stata mai toccata dal tutor. Il processo riprenderà il 21 marzo.

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