ANCONA - «L’humour è l’antidoto per tutti i mali», sostiene Patch Adams, il medico statunitense fondatore del Gesundheit Insititute e ideatore della clownterapia. Dice di essersi ispirato alle sue teorie il tutor pesarese di 65 anni, a processo per violenza sessuale nei confronti di una 47enne anconetana. Ma lei era tutt’altro che ironica, ieri davanti al collegio penale presieduto dal giudice Francesca Grassi e al pm Irene Bilotta che l’ha ascoltata. Assistita dall’avvocato Laura Versace, la vittima, dipendente di un’azienda in campo alimentare, ha ripercorso i presunti abusi subiti durante un colloquio formativo.
Il racconto
Era il 27 agosto 2021.
«Con la mano di crea un'energia»
«Io abitualmente metto la mano sui punti di contatto del candidato - si è difeso ieri il 65enne, ascoltato dopo la deposizione della vittima -. Attraverso la mano si crea un’energia, senti subito se la persona è predisposta. Serve per tranquillizzarla. Siccome la candidata era chiusa a riccio, le ho dato un colpettino nella pancia per farla sentire a suo agio. Grazie a un’esperienza che ho fatto con Patch Adams a Rimini, ho capito che il contatto fisico è importante, per cui concludo ogni colloquio allargando le braccia: chi vuole, si avvicina per ricevere l’abbraccio ed essere sollevato da terra. Così faccio con tutti». Ma non con una collega della vittima, che nella sua testimonianza ha riferito di non essere stata mai toccata dal tutor. Il processo riprenderà il 21 marzo.