Picchiava e violentava la moglie, inferno tra le mura domestiche: il marito orco condannato a 7 anni e 7 mesi

Picchiava e violentava la moglie, inferno tra le mura domestiche: il marito orco condannato a 7 anni e 7 mesi
Picchiava e violentava la moglie, inferno tra le mura domestiche: il marito orco condannato a 7 anni e 7 mesi
di Federica Serfilippi
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Venerdì 16 Febbraio 2024, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 12:14

ANCONA - Per quasi dieci anni avrebbe impersonato la figura del marito-padrone, picchiando, minacciando e violentando la moglie. Ma non solo, le avrebbe pure impedito di uscire da sola (poche erano le eccezioni), imparare l’italiano e crearsi una propria indipendenza economica. Un inferno che la donna, di origine marocchina, aveva avuto il coraggio di denunciare solo nel 2019, rivolgendosi ai carabinieri. La querela ha portato il marito - diventato nel frattempo ex - a processo per una sequela di accuse: maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, stalking, lesioni personali, violazione degli obblighi di assistenza familiare e violazione del divieto di avvicinamento alla donna e ai figli.

La decisione

La sfilza di reati è costata all’uomo, un 50enne marocchino, una condanna a sette anni e sette mesi di reclusione.

All’ex moglie, che si era costituita parte civile, dovrà versare una provvisionale da 30mila euro. Lui, difeso dall’avvocato Rossana Ippoliti, ha sempre rigettato ogni contestazione: non avrebbero fondamento le accuse formulate dalla moglie. «So che qui in Italia la donna viene trattata diversamente» aveva detto il 50enne, operaio, nel corso della sua deposizione, facendo intendere di conoscere la differenza di scenari tra il nostro e altri Paesi.

La ricostruzione

Stando a quanto ricostruito durante le fasi del processo, le violenze tra le mura domestiche sarebbero esplose a partite dal 2009. La donna sarebbe stata privata di ogni libertà, adibita a svolgere le mansioni di casa e ad accudire i figli. Stando alle accuse, il 50enne l’avrebbe picchiata anche mentre lei era incinta, arrivando persino a percuoterla con un bastone. Tale episodio fa riferimento all’agosto del 2017. Erano stati i vicini, sentendo le urla e vedendo parzialmente la scena, a lanciare l’allarme e a chiamare i carabinieri. La donna era finita al pronto soccorso per i vari traumi subiti: la prognosi era stata di 15 giorni. L’imputazione parla anche di plurimi abusi sessuali di cui sarebbe stata vittima la marocchina. E poi, le minacce continue, a volte scatenate dal vizio alcolico dell’imputato: «Ti ammazzo», «sei una nullità», «se non torni con me ti taglio la gola», «gli italiani non capiranno mai come sei morta».

Dopo la decisione della donna di intraprendere un percorso di separazione, il 50enne avrebbe iniziato a perseguitarla, con appostamenti sotto l’appartamento dove lei si era trasferita con i figli, e minacce di morte. Nell’agosto del 2019 era riuscito a piombare a casa della ex, violando il divieto di avvicinamento posto dal tribunale. Motivazioni tra 90 giorni: quasi scontato il ricorso in appello da parte della difesa.

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