ANCONA «Ragazzi scusate, quel tavolo è nostro». Una discussione, poi un colpo secco: un posacenere dritto sul volto, scagliato con tale violenza da fratturargli il naso e fargli perdere i sensi. Non contento, sferrò dei pugni anche contro il gemello della vittima che, pur con una costola incrinata, ha deciso di non sporgere denuncia.
La ricostruzione
Per quella zuffa finita nel sangue, scoppiata nei dehors di un locale in piazza del Papa la sera del 21 dicembre 2019, ora è a processo un 30enne albanese, accusato di lesioni personali aggravate.
«Al mio tavolo si erano sedute altri ragazzi, tra cui una mia conoscenza con i suoi amici albanesi - ha raccontato in sede di querela il 28enne picchiato, parte civile con l’avvocato Ennio Tomassoni -. In maniera scherzosa mi sono rivolto a lui, ne è nata una discussione. All’improvviso uno dei presenti ha preso dal tavolo un posacenere e me lo ha scagliato contro il naso. Perdevo sangue, ho chiamato la polizia, poi sono svenuto». Il gemello era subito intervenuto in suo aiuto, finendo per essere accerchiato e picchiato: almeno lui se l’è cavata con una prognosi di 5 giorni. La prossima udienza è fissata per il 12 settembre.