A Torrette pazienti bloccati 6 ore in ambulanza. Il primario del pronto soccorso stoppa il 118: «Non c'è più posto»

Ambulanze in fila al pronto soccorso di Torrette
Ambulanze in fila al pronto soccorso di Torrette
di Stefano Rispoli
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Martedì 9 Marzo 2021, 03:25

ANCONA - Ambulanze in fila per 6 ore, in attesa di scaricare pazienti Covid. La macchina dei soccorsi in tilt per un’emergenza senza fine. La drastica decisione di tagliare l’attività ambulatoriale non urgente e quella ordinaria della Chirurgia per liberare personale per la cura dei contagiati dal virus. E lo sforzo finale, oltre il quale sarà difficile andare: 6 posti in più di terapia intensiva e 4 di semintensiva nella Divisione di Rianimazione, fin qui rimasta sempre “free”. 

 
A Torrette è allarme rosso, come anche negli altri ospedali della provincia, tutti alle prese con posti esauriti e un afflusso crescente di pazienti infettati. I pronto soccorso al collasso sono costretti a respingere pazienti: a Jesi (99 i pazienti Covid), a Senigallia e pure a Fabriano, che non dovrebbe accogliere malati di Coronavirus, eppure nel punto di prima emergenza ieri a mezzogiorno ce n’erano 13. Dieci in più, di cui due intubati, erano in attesa al pronto soccorso di Torrette, dove a un certo punto il primario Aldo Salvi ha scritto alla Direzione sanitaria e alla centrale operativa del 118 una drammatica lettera per intimare alt: «Siamo al completo, non portateci più pazienti Covid». Alcuni sono stati accolti ugualmente, altri sono stati dirottati a Civitanova e a Fermo, altri ancora sono stati curati direttamente sulle ambulanze. Un uomo caricato alle 9 dalla Croce Gialla di Camerano è rimasto parcheggiato per 6 ore prima di essere ricevuto. Non è andata meglio a un paziente trasportato dalla Croce Gialla di Agugliano: arrivato alle 10, è stato scaricato solo a metà pomeriggio. Un dramma assoluto: gli effetti della zona rossa non si fanno ancora sentire. Basti pensare che a Torrette è stato toccato il record di casi Covid: 146. Si è riempito pure il reparto Cov-4, portato a 42 posti e in fase di estensione a 48. Ma quello che più preoccupa è che sono tutti occupati i 21 letti di terapia intensiva gestiti dalla Clinica di Rianimazione del professor Abele Donati. 
Per questo la Direzione sanitaria ha preso una decisione forte: aprire altri 6 posti di terapia intensiva (più eventuali 4 di semintensiva) riservati ai contagiati nella Divisione di Anestesia e Rianimazione della dottoressa Elisabetta Cerutti, fin qui rimasta Covid-free. «La scelta nasce dalla necessità di rispondere alle esigenze dell’epidemia e all’incremento dei contagi e delle persone che richiedono cure intensive - spiega il professor Donati -. Sono pazienti gravi, con quadri clinici complessi. D’altronde, nella nostra Clinica i posti letto sono ormai esauriti». Un altro elemento inquietante: l’età media si sta sensibilmente abbassando. «Le persone che stiamo assistendo hanno tra i 50 e i 60 anni, ma abbiamo anche un ragazzo di 23 anni che, fortunatamente, sta migliorando». 
L’esigenza di incrementare i posti di terapia intensiva comporterà inevitabilmente una conseguenza dolorosa: una parziale riduzione dell’attività ambulatoriale e il taglio dell’operatività ordinaria dell’area chirurgica.

Tutto quello che non è urgente viene rinviato: visite programmate, esami diagnostici, operazioni procrastinabili. D’altro canto, c’è bisogno di personale da destinare alla cura dei pazienti Covid, che continuano ad arrivare a ondate. E il pronto soccorso annaspa, con le ambulanze costrette ieri a restare in fila fino a 6 ore in attesa che si liberassero spazi all’interno dell’ospedale. Intanto, l’esercito delle persone in isolamento è sempre consistente: 10.675 nella provincia dorica. Tra loro anche 241 operatori sanitari, sottratti giocoforza alla macchina dell’emergenza. 

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