Natale ad Ancona, Toni Tanfani (Gisa): «Serve un’offerta di livello, puntare su cultura e gastronomia»

Natale ad Ancona, Toni Tanfani (Gisa): «Serve un’offerta di livello, puntare su cultura e gastronomia»
Natale ad Ancona, Toni Tanfani (Gisa): «Serve un’offerta di livello, puntare su cultura e gastronomia»
di Andrea Maccarone
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Domenica 24 Dicembre 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 25 Dicembre, 08:53

Toni Tanfani, titolare della boutique Gisa e storico commerciante del centro: come giudica l’andamento di questo Natale?

«Dal weekend dell’Immacolata c’è una buona affluenza con un bell’incremento negli ultimi giorni. C’è movimento, tanta gente che viene dalla provincia. Più rispetto all’anno scorso».

Da cosa dipende?

«La programmazione e l’attrattiva creata su questo Natale anconetano sta funzionando.

La provincia finalmente torna ad acquistare nel capoluogo, la città delle Marche. Deve servire da stimolo a chi governa la città a fare di più a livello di iniziative, perché sono queste proposte che ci hanno fatto vedere più gente in centro».

Dunque che cosa consiglia?

«Per alzare l’asticella ci sono vari modi, non c’è un’unica ricetta. l’importante è mantenere alta la qualità della proposta. Dopodiché bisogna mettere a sistema tutti i vari cluster che compongono l’offerta complessiva della città».

Ad esempio?

«Penso alle iniziative culturali, come la riscoperta dei musei. Durante le feste di Natale possono essere una bella attrattiva e un’occasione per visitare il centro storico con tutto ciò che ha da offrire. E quindi dare una spinta anche al commercio. Ma non c’è soltanto questo, occorre avere uno sguardo molto ampio per dare un’impronta alla città».

Ci spieghi meglio.

«Basti buttare un’occhiata a Senigallia, sul turismo gatsronomico ne ha fatto un brand di qualità. Un segmento che sta crescendo nel tempo. Ancona non ha nulla da invidiare alle altre città in quest’ambito. Abbiamo i nostri vini, i nostri piatti tradizionali. Si dovrebbe puntare di più su questo per attirare turismo da fuori città e da fuori regione».

Altre peculiarità su cui costruire un’offerta accattivante?

«Le nostre bellezze architettoniche. E poi la posizione privilegiata che vede la nostra città affacciarsi sul mare. Insomma, abbiamo tutte le carte in regola. Non resta che metterle a sistema e sfruttarle al meglio».

Torniamo al Natale, come si stanno muovendo gli acquisti?

«È un Natale non facile, che risente di varie problematiche sedimentate nel tempo. Dall’inflazione alla crisi sempre presente. Ma tutto sommato c’è una certa soddisfazione, anche se sta cambiando la modalità con cui il cliente approccia gli acquisti».

Ovvero?

«Prima l’acquisto era più immediato. Il cliente arrivava con le idee chiare, sceglieva e comprava. Adesso è tutto molto più ponderato, più oculato. La spesa viene effettuata con più cautela. Ma nonostante ciò, c’è un discreto movimento».

Su cosa si orienta di più la clientela?

«Posso parlare del mio caso: gli accessori vanno sempre piuttosto bene. Borse, portafogli. Ma quest’anno ho riscontrato che c’è un ritorno anche al capo d’abbigliamento: piumini, maglioni. Anche se le temperature di questi giorni sono un vero ostacolo alla vendita di prodotti invernali. Noi che vendiamo lo stagionale siamo veramente penalizzati dal cambiamento climatico. Ma c’è chi non rinuncia al capospalla invernale anche con temperature che sembrano alquanto primaverili».

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