Ancona, le intercettazioni aprono
dei dubbi sulle versioni di Tagliata

Antonio Tagliata scortato in tribunale
Antonio Tagliata scortato in tribunale
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- Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 05:25
ANCONA - Il punto è: che rilevanza avranno ai fini processuali le intercettazioni che inchiodano Antonio Tagliata e sembrano scagionare la fidanzatina? Per la Procura dei Minori - almeno per il momento - hanno un'importanza minima: l'accusa, per la ragazzina, resta la stessa, concorso nel duplice omicidio dei genitori e porto d'armi abusivo.

Eppure per i suoi difensori quelle intercettazioni ambientali e telefoniche, registrate dai carabinieri a poche ore dall'arresto lo scorso 7 novembre - quasi mille pagine di trascrizioni - confermerebbero il ruolo del tutto marginale della 16enne in questa tragedia. Antonio, parlando con i familiari in caserma, non la menziona quasi mai, se non per ricordare che "lei non sapeva nulla" e che "io ho fatto tutto da solo".

Del famoso "Spara! Spara!" non c'è traccia. Strano, per gli avvocati della minorenne: se davvero il killer fosse stato istigato dalla fidanzatina - sostengono - le avrebbe subito addossato le responsabilità della strage. Invece lo fa soltanto in un secondo momento, dopo un lungo confronto con i familiari. In quei momenti Antonio sembra assumersi tutte le colpe. 

Eppure per la Procura dei Minori le accuse nei confronti della studentessa restano intatte perché ha aperto la porta al ragazzo sapendo dell'arma, non ha fatto nulla per fermarlo e poi è scappata con lui.
E dalle intercettazioni emerge un altro aspetto particolare: il riferimento che il 19enne fa ad un "gelato". Ne discute con i familiari e indica il luogo in cui l'ha lasciato. Probabilmente parla dell'arma del delitto, abbandonata in un cassonetto durante la fuga. Sarà poi lui stesso ad aiutare i carabinieri a ritrovarla.
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