Seimila visure vendute sottobanco, patteggia l'impiegato della Camera di Commercio: soldi per informazioni a un consulente

Il caso di corruzione è stato discusso in tribunale
Il caso di corruzione è stato discusso in tribunale
di Federica Serfilippi
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Venerdì 3 Dicembre 2021, 06:10

ANCONA - Avrebbe avvantaggiato un consulente informatico, vendendogli le visure da lui richieste in cambio di soldi e senza fargli affrontare tutta la trafila burocratica per ottenere quanto richiesto. Nel giro di quattro anni sarebbero stati più di 6mila le informazioni rilasciate in maniera illecita per un “guadagno” complessivo di circa 10 mila euro. Il costo per il rilascio di una visura? Dai 70 centesimi a due euro ciascuna.

È questo il contesto accusatorio ricostruito dalla procura dorica che ha fatto finire sotto inchiesta un ormai ex dipendente della Camera di commercio di Ancona, ora in pensione. 

L’uomo (A.B. le sue iniziali) ieri mattina ha patteggiato un anno e otto mesi di reclusione, pena sospesa. Due i reati contestati: corruzione e accesso abusivo ai sistemi informatici. Gli stessi per cui deve rispondere in concorso un consulente informatico di Roma, ovvero quello che gli inquirenti hanno identificato come il beneficiario dell’attività del dipendente pubblico. La sua posizione non è stata ancora trattata dal tribunale. Verrà esaminata l’8 febbraio 2022 e probabilmente la difesa, rappresentata dai legali Elena Martini e Cristina Bolognini, chiederà di poter accedere a un rito alternativo. I fatti trattano un lasso di tempo che va dal 2012 al 2016, ma l’inchiesta è esplosa tra il 2018 e il 2019 dopo un lungo iter investigativo portato avanti dalla Guardia di Finanza di Roma. Il nucleo originario dell’indagine parte infatti dalla Capitale, con una sfilza di indagati attorno al business delle visure camerali vendute.
Beneficiari sarebbero stati, soprattutto, società di investigazioni nel settore del recupero credito e anche usurai. L’ombra della compravendita delle visure era arrivata anche nel capoluogo dorico, portando sotto la lente dei finanzieri il rapporto tra il dipendente della Camera di commercio e il consulente informatico. Questo il nocciolo dell’accusa: l’impiegato avrebbe più volte consultato in maniera illecita la banca dati della Camera di Commercio per fornire al consulente le generalità –dice la procura – di oltre 6mila persone. In alcuni casi, questo hanno ricostruito gli inquirenti, il consulente romano avrebbe chiesto le visure come intermediario di società di investigazione privata o legate a servizi di consulenza creditizia. Alcune informazioni sarebbero state pagate 70 centesima l’una, altre 2 euro. 
Stando alla procura, sarebbero state rilasciate generalità complete, codici fiscali e dati patrimoniali.

Il danno patito dalla Camera di Commercio, circa 10mila euro, è stato interamente risarcito all’ente dall’imputato, difeso dagli avvocati Michele Frezzotti e Alessandro Sorana. Nei confronti del dipendente non sono mai scattate misure cautelari.

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