Ancona è rimasta fuori dal giro: «Riportiamo i maxi concerti, l’ideale è farli al porto antico»

Ancona è rimasta fuori dal giro: «Riportiamo i maxi concerti, l’ideale è farli al porto antico»
Ancona è rimasta fuori dal giro: «Riportiamo i maxi concerti, l’ideale è farli al porto antico»
di Andrea Maccarone
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Venerdì 14 Luglio 2023, 01:55 - Ultimo aggiornamento: 12:57

ANCONA Da avere Lou Reed in piazza del Papa e i Subsonica al porto antico a niente. Com’è potuto accadere? Quale incantesimo ha condannato Ancona a un cono d’ombra che ha oscurato gli eventi nel centro storico? Una delle ragioni sembrerebbe essere l’irrigidimento delle norme sulla sicurezza dopo i fatti di Corinaldo e di piazza San Carlo a Torino.


Le capienze 


«La prima ripercussione è stata la diminuzione delle capienze per piazze e arene» spiega Eric Bagnarelli, storico promoter e organizzatore di grandi concerti ad Ancona e in Italia. Un esempio: «La Mole Vanvitelliana scende da un’agibilità massima di 2mila persone a 1.200 - spiega Bagnarelli -, questo vuol dire che anche il livello di notorietà degli artisti deve essere commisurato alla capacità dello spazio. Ma così si esce dal giro dei grandi». Un conto veloce: 800 posti in meno, a una media biglietto di 30 euro per uno spettacolo di caratura internazionale sono 24mila euro in meno. «Serve una location che sia in grado di ospitare migliaia di persone - afferma il promoter - Penso al porto antico. Sarebbe perfetto per le grandi rassegne estive, come accade al porto di Genova». 


Una scelta politica 


Quindi, un’arena a cielo aperto che sia in grado di reggere i grandi spettacoli.

E contestualmente «la volontà politica di realizzarli» commenta Bagnarelli. «E una progettualità forte» ribatte Giovanni Seneca, musicista e organizzatore del festival Adriatico Mediterraneo. «Oltre a portare grandi eventi con nomi altisonanti - continua Seneca - bisognerebbe coinvolgere più persone possibile per aprire spazi e avere da parte degli enti la certezza che garantiscano servizi». A questo, però, deve sommarsi anche il sostegno economico da parte degli enti pubblici (Comuni, Province, Regioni).

«Le nuove norme sul pubblico spettacolo hanno fatto lievitare i costi di produzione - spiega Bagnarelli - oggi assumersi il 100% del rischio imprenditoriale di una produzione è pressoché impossibile se non c’è un supporto pubblico». Costi più alti, capienze ridotte, uguale: zero spettacoli. Se invece intervengono gli enti a supportare le imprese di settore, pur di avere garantita una stagione estiva di grande attrattiva, allora il discorso è diverso. È chiaro che a questo punto la scelta spetta all’amministrazione locale che dovrà schiarirsi le idee e scegliere su cosa puntare. Dopodiché serve un progetto. E a quel punto non resta che stanziare le risorse per mettere a terra tutto quello che è stato preventivamente stabilito. Solo così potremo rivedere i grandi artisti esibirsi nel centro città. Bisogna volerlo, però. Lo deve volere la politica.

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